LA PIU’ GRANDE STATUA DI PADRE PIO

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FOTO di Nicola Allegri

Caro Tony e cari lettori di questo”Angolo”. Vi voglio far conoscere in anteprima quello che sarà il più spettacolare monumento a Padre Pio. Per ora si trova, come potete vedere dalle fotografie, in un campo, ad Apice Vecchia, in provincia di Benevento. Lo vedete “a pezzi”, perchè, data la mole, sarebbe stato impossibile lavorarlo tutto intero. Sono venuto a conoscenza di questa vicenda per caso, ma la storia che sta dietro al monumento gigantesco, con i suoi risvolti di fede e di amore per Padre Pio, mi ha subito entusiasmato e voglio raccontarla. Eccola...

E’ la più grande statua di Padre Pio che ci sia al mondo, e si trova nascosta in un campo, nel beneventano. E’ una statua veramente gigantesca. Dai piedi alla testa, misura 21 metri. Ma va posta su un basamento e, quindi, quando sarà collocata a dimora definitiva raggiungerà 27 metri. Cioè, un’altezza da Guinnes dei primati. Il famoso San Carlone che si trova sul Lago Maggiore misura 23 metri.  

Eppure, cosa strana, incredibile quasi, questa statua non è in bella mostra in una piazza, su una collina, in riva al mare, sulle sponde di un lago, cioè in un luogo dove tutti la potrebbero ammirare, meta ambita di turisti,  ma è nascosta in un campo, ad Apice Vecchia, paese abbandonato nel Sannio. La più grande statua di Padre Pio si trova in un campo dove nessuno la può vedere. Ed è lì, divisa in segmenti, parcheggiata, quasi fosse morta, in attesa di una risurrezione.

Ma perchè un colosso del genere, certamente costato fatica e soldi, si trova in quelle condizioni?

Lo abbiamo chiesto al suo autore, lo scultore Lello Izzo, beneventano, poliedrico ed energico, che ama molto questo suo lavoro e soffre perchè non ha ancora trovato una giusta dimora. <<E’ una statua gigantesca>>, dice allargando desolatamente le braccia. <<Trovare una giusta sistemazione per un monumento  di queste dimensione, è un grosso problema>>.

Lello Izzo, sessantenne, è un artista poliedrico. Un personaggio da film. La sua principale attività è quello dello scultore, ma è anche pittore, musicista, attore, poeta, scrittore, scenografo, drammaturgo. <<Sono uno degli ultimi bohèmien>>, dice con orgoglio. <<Ho sempre amato l’arte, fin da bambino, con passione totale. Ho fatto il giramondo per allargare le mie conoscenze e le mie esperienze. Ho studiato le tecniche dell’arte antica, ma sono stato anche legato alle avanguardie>>.

Parla con trasporto. E’ pieno di entusiasmo e di energie. Assomiglia un po’ a Dustin Hoffman. Come tutti gli artisti autentici, ha negli occhi una velata espressione malinconica.

<<Ho avuto per anni lo studio a Roma, poi a Milano, a Firenze, a Torino, ma da qualche tempo sono tornato nella mia terra, nel beneventano>>, dice.

Vive, infatti, ad Apice Vecchia, in provincia di Benevento, nel Sannio campano. Paese fantastico, bellissimo,  con origini antichissime, ma che è anche un paese fantasma,  totalmente disabitato. Le sue strutture furono gravemente compromesse dal terremoto del 1962,  e l’amministrazione comunale di allora, per risolvere i gravi disagi velocemente, decise di trasferire l’intera popolazione in un nuovo paese, costruito a tempo di record, a pochi chilometri dal vecchio centro disastrato. Il paese si chiama Apice Nuova, ed è molto funzionale.

Il maestro Izzo, di ritorno nel Sannio da uno dei suoi innumerevoli soggiorni lontano dalla sua terra nativa, andò a visitare il paese abbandonato e rimase affascinato dalla solitudine che vi regnava. La cittadina, di origine romana, con le sue case in pietra calcarea e ciottoli di fiume, sistemate su un pendio degradante, e diventate ruderi silenziosi, accese la sua fantasia. L’artista decise di andare a vivere in quel silenzio pieno di memorie e di darsi da fare per non lasciar morire tanta storia. La vecchia scuola di Apice divenne la sua abitazione. In essa fondò anche una sua Accademia artistica, e cominciò a pensare a un progetto fantastico: salvare quelle vecchie abitazioni, ristrutturarle e creare  una cittadella di artisti. Artisti di ogni paese, di ogni tendenza, che potessero vivere in quel luogo meraviglioso per lavorare, creare, produrre.

<<Il mio sembrava un sogno impossibile>>, dice il maestro Izzo con gli occhi che si illuminano all’improvviso di una gioia strana. <<Invece, è un sogno che sta diventando realtà. Il Comune e la Provincia di Benevento hanno sposato questa idea. Apice sarà ristrutturata. Diventerà un laboratorio di restauro conservativo a cielo aperto, visitabile da tutti. Un'attrazione per architetti, artigiani, studiosi, amministratori, curiosi. E il paese,  una volta restituito alla sua fruibilità, sarà trasformato in un museo permanente e vivo.

<<Il progetto, avveniristico e straordinario,  è il primo del genere in Italia, ed è stato affidato all'Università “IUAV” (Istituto universitario di architettura di Venezia) che ha come direttore scientifico il professor Eugenio Vassallo, napoletano. I lavori sono già iniziati. Il più felice di tutti in questa vicenda sono io, che per anni sono vissuto qui, in totale solitudine, fantasticando sul ritorno di questi ruderi alla vita>>.

Tra quei ruderi, il maestro Izzo ha continuato a lavorare. Incessantemente. E tra le varie opere realizzate vi è anche la gigantesca statua di Padre Pio.

Lello Izzo ce la fa vedere. Naturalmente, è “a pezzi”. Nel senso che, data la mole,  è stata realizzata  “a  sezioni”. Il gigantesco Padre Pio è lì, davanti a noi, “segato” in sei pezzi. Ma fa lo stesso una impressione enorme. Una mano di padre Pio è alta più di un uomo.  <<Vista così, a pezzi, in un campo, questa statua non fa certo il suo  giusto effetto>>, dice con amarezza lo scultore. <<Ma sono certo che se si riuscirà a trovare il posto adatto per esporla nella sua grandezza naturale, sarà un evento>>.

  <<Come è nata l’idea di questa statua?>>, domando

<<In modo strano e un po’ misterioso>>, racconta il maestro Izzo. <<Chi l’ha finanziata non vuole che si faccia il suo nome. Si tratta di un industriale milanese. Un magnate, molto noto e molto ricco. Non so quali  siano i suoi legami con Padre Pio, ma certamente deve essere grande ammiratore del santo. Forse ha ottenuto un miracolo, o la conversione, qualche cosa insomma di importante.

<<Amici milanesi gli devono aver parlato di me, delle mie statue gigantesche, e lui volle conoscermi. Atterrò, con il suo aereo personale, a Capodichino, a Napoli, e poi si è fatto accompagnare qui. I miei lavori gli sono piaciuti. Poi, ha chiesto di visitare i luoghi di padre Pio. Lo abbiamo accompagnato a Pietrelcilna e quindi a San Giovanni Rotondo. Ha parlato a lungo con alcuni frati e alla fine appariva molto colpito, molto commosso.  Conversando, gli dissi che Padre Pio era il santo più grande e che avrebbe meritato un monumento gigantesco. “Se lei lo fa, io lo finanzio”, mi rispose deciso. “Va bene”, dissi io, e ci stringemmo la mano. La statua è nata così, da una stretta di mano in un momento di grande commozione e ammirazione per padre Pio>>.

  <<L’ha realizzata qui?>>

<<In questo luogo solitario e abbandonato c’è tanto spazio e posso dedicarmi alle mie opere senza distrazioni. La statua l’ho progettata e realizzata qui>>.

<<Quali materiali ha usato?>>

<<Sono materiali di mia invenzione che ho messo a punto con trent’anni di ricerche ed esperimenti. Una specie di “marmo chimico”, che io chiamo  “vetroresina ignifuga” o “materiale alchemico” E’ più forte del marmo ma meno rigido e meno pesante. Anche un po’elastico, e quindi lo posso scalpellare con disinvoltura perchè resiste all’urto. Inoltre, la resistenza e l’elasticità mi permettono di creare statue di qualunque dimensione>>.

<<Come mai, questa statua, che potrebbe essere un polo d’attrazione turistica,  non ha ancora trovato una collocazione?>>

<<Abbiamo avuto contatti con le amministrazioni di alcuni Comuni d’Italia interessati a un monumento del genere. Ma l’altezza della statua  è veramente imponente e sorgono problemi con le Belle Arti, con i paesaggisti, con gli ecologisti, e alla fine non si conclude. Del resto, questa statua richiede spazio. Deve essere accolta in un ambiente vasto, aperto, in modo che possa essere vista da molto lontano. La collocazione ideale sarebbe sulla riva del mare, o di un lago, o su una collina. Non è facile trovare il luogo adatto. Comunque, io il mio lavoro l’ho fatto e ora tocca a Padre Pio finire l’opera. Sono certo che quando lui deciderà che sia arrivato il momento opportuno, tutti i problemi si risolveranno>>.

Renzo Allegri