Eccezionali esperimenti di due
ricercatori emiliani
VI FACCIAMO ASCOLTARE
LA MUSICA DELLE PIANTE
Testo di Roberto Allegri
Foto
di
Emanuela Gambazza
Copyright
© 2004 editorialegliolmi.it
tonyassante.com
Il luogo è un bosco sulle colline emiliane. Un bosco
fitto, che regala un senso di frescura e di protezione. Camminiamo
su uno stretto sentiero tra le felci e i nostri passi sono
silenziosi. Il verde accanto a noi è scintillante, fa quasi male
agli occhi. Seguo le due persone che mi stanno facendo da guida.
Laura Silingardi, musicologa, e il marito Tiziano Franceschi,
programmatore informatico, si muovono con familiarità tra gli
alberi. Ogni tanto ne accarezzano il tronco come se salutassero
degli amici. Nelle borse che tengono a tracolla, una serie di
strumenti elettronici, cavi, microfoni e computer. Laura e Tiziano
mi stanno portando verso un’esperienza davvero incredibile. Stiamo
andando ad ascoltare un concerto molto speciale, la musica delle
piante.
<<Ascoltare
la musica delle piante è un’esperienza straordinaria, ricca di
emozione e di profondo mistero>>, dicono Laura e Tiziano Franceschi.
<<Le piante cantano e le loro melodie sono la voce di un mondo
lontano, nascosto, molto antico.>> Tiziano batte con la mano sulla
borsa. <<Questo è lo speciale strumento che abbiamo messo a
punto.>>, dice, <<Ci permette di avvertire il movimento della linfa,
che scorre nella pianta, sottoforma di note musicali. E’ come
ascoltare in diretta l’essenza stessa del mondo vegetale. Vedrai e
soprattutto sentirai con le tue stesse orecchie.>>
Da diversi anni Laura e Tiziano girano l’Europa
a tenere “concerti di piante”. Istallano nei boschi o nei parchi la
loro strumentazione, la collegano agli alberi e fanno sentire alla
gente, soprattutto alle scolaresche, la musica delle piante. <<Tutto
questo può sembrare frutto della fantasia>>, dice ancora Tiziano.
<<Ma non lo è. E non è neppure intuizione mistica o poetica,
scaturita dalla nostra sensibilità. Si tratta di una realtà
concreta, che si allaccia alle scoperte degli scienziati secondo i
quali il fatto che le piante sentano e comunichino è ormai una
certezza. ma ecco, siamo arrivati. Questo è un bel posto. Ora ti
faccio sentire la voce di un noce.>>
Nel bosco si è aperta come per incanto una radura, un
perfetto cerchio si spazio tra il folto dove il sole disegna
sull’erba di giugno riflessi argentati. Un bellissimo noce con il
grosso tronco segnato dagli anni, sembra aspettarci. Soffia una
leggera brezza che ne muove adagio le larghe foglie. Laura e Tiziano
preparano la strumentazione. Sistemano su una pietra il famoso
apparecchio, simile ad una radio, e lo collegano ad un paio di
casse. Poi prendono dei fili, che terminano con una pinzetta, e li
attaccano ad una foglia e ad un bastoncino di rame infisso nel
terreno, accanto all’albero.
<<Questo
è uno strumento unico>>, spiega Tiziano. <<Inietta una lievissima
corrente nella pianta e poi rileva il movimento della linfa dalle
radici alle foglie e viceversa. La linfa è come il sangue in un
albero. Porta il nutrimento e varia la sua composizione a seconda
delle esigenze e degli stimoli. Lo strumento registra queste
differenze e le trasforma in segnali digitali, cioè in note. Quello
che sentiamo è la vita della pianta trasformata in musica.>>
Non appena viene acceso l’apparecchio rilevatore, una
musica dolcissima riempie l’aria. E’ coinvolgente, emozionante.
Sembra una cascata di note, che si susseguono rapide, si
intrecciano. <<Quello che stai sentendo è il suono del movimento
linfatico>>, interviene Laura. <<Ma la cosa sconvolgente è che
questo suono è armonico, è una vera e propria musica. E non è sempre
uguale ma cambia di continuo. Varia a seconda del tipo di pianta,
della sua salute, della sua età, della stagione. In inverno ad
esempio, la musica delle piante è poco articolata, tranquilla. Ma in
primavera e in estate è ricchissima, piena di bemolle e diesis, cioè
di suoni ricercati e fruscianti. Attenzione, ora accarezzo
l’albero>>. Laura allunga la mano e accarezza dolcemente la foglia
alla quale è attaccato il sensore. Il suono allora cambia, diventa
più acuto, più alto. Poi scende di tono e riprende nuovamente a
salire. <<La pianta sta interagendo con noi>>, mi spiega Laura.
<<Gli alberi reagiscono quando le persone gli stanno vicino, come
fossero felici della loro presenza. Soprattutto di quella dei
bambini. Quando ci sono bambini, le piante emettono una musica più
affettuosa, allegra avvolgente.
<<Senti come il suono è invitante? Gli alberi
di noce sono così, sempre allegri. Le betulle ancora di più,
“chiacchierano” in continuazione. La querce invece hanno un suono
solenne, possente come tutti gli altri alberi centenari. E le piante
che appartengono alle specie più antiche, quelle che da più tempo
sono sulla terra, come le felci, hanno una musica grave, bassa,
davvero carica di mistero. Se si mette su un pentagramma la musica
delle piante e la si analizza dal punto di vista armonico, si scopre
che la struttura è modale e non tonale. In termini tecnici, è
formata da più tetracordi, cioè da successioni di quattro suoni
discendenti. Questo tipo di musica è simile a quello che suonavano
gli antichi Greci. E loro non lo facevano per intrattenimento ma a
scopo terapeutico. Ecco perché la musica delle pianta è così
rilassante e riempie di serenità. I fitoterapisti hanno notato che
esiste una corrispondenza tra il suono di una pianta e il suo uso in
erboristeria. Ad esempio, il tiglio ha una musica riposante e col
tiglio si fa una tisana per dormire. La menta ha un suono vivace,
energico e infatti è una pianta che ha effetti stimolanti.>>
Mi
sembra di sognare. Dunque sto ascoltando la voce della pianta, sto
comunicando con lei. Mi avvicino al tronco, lo accarezzo, sfioro con
gesti gentili le foglie. Il suono cambia ancora una volta.
<<Ci sono molte ricerche in atto per dimostrare che
le piante davvero comunicano>>, dice Tiziano. <<Fin dagli anni
Sessanta, alcuni scienziati americani collegarono addirittura la
macchina della verità alle piante scoprendo che possedevano una
sorta di potere telepatico. Però non facciamo esperimenti
scientifici. Noi vogliamo solamente far capire che le piante sono
esseri viventi capaci di interagire con gli esseri umani. Ne abbiamo
la prova in continuazione. Durante una dimostrazione in un
agriturismo, ad esempio, stavamo facendo ascoltare la musica di un
tiglio. Si è avvicinato un signore e ci ha detto: “Ma non crederete
a queste cose, vero? E’ chiaro che c’è un trucco.” Di colpo la
pianta ha smesso di suonare. Lo strumento era acceso, funzionante.
Il movimento linfatico era quindi presente eppure non si sentiva più
alcun suono. Per tutta la mattina, il tiglio è rimasto muto e noi
abbiamo proseguito la dimostrazione con le altre piante lì attorno.
A fine giornata siamo andati da quel signore e gli abbiamo chiesto
gentilmente se poteva chiedere scusa alla pianta. Lui si è messo a
ridere, ma poi ha deciso di accontentarci. Ha abbracciato il tronco
del tiglio, lo ha accarezzato e subito la pianta ha ripreso a
suonare.
<<Un giorno eravamo con un pianista da tempo
ammalato di schizofrenia. Siamo andati in un bosco e abbiamo
collegato lo strumento ad un castagno. Subito la pianta si è messa a
suonare. Il pianista si è avvicinato, ha abbracciato l’albero e
questo si è zittito improvvisamente. Era come se avesse avvertito
che qualcosa in quella persona non andava. Allora, il pianista ha
cominciato a picchiettare un ritmo sul tronco con le dita. Pian
piano, il castagno ha ripreso a suonare ma stavolta con un ritmo
diverso: stava seguendo quello delle dita del pianista. Era come se
i due, l’uomo e l’albero, stessero suonando insieme.>> <<Suonare
con le piante è possibile>>, dice Laura sorridendo. <<Io sono
musicista, suono vari strumenti. E spesso suono il violino insieme
agli alberi. Collego l’apparecchio rilevatore ad una pianta e mi
metto in ascolto della sua voce. Poi, dopo un po’, inizio a suonare.
Prima seguo la melodia della pianta ma a poco a poco cambio,
improvviso. E la pianta si accorda con me. Suoniamo davvero insieme,
è un’esperienza indimenticabile. Le piante sanno anche imparare la
musica. Per mesi ho tenuto un olmo bonsai nel mio studio e così mi
ha ascoltato suonare il violino e il pianoforte per ore e ore. Beh,
ora il suono del bonsai è diverso da quello che aveva tempo fa. E’
più ricco, come se, in qualche modo, avesse imparato altra musica,
sentendomi suonare. Qualche settimana fa eravamo in un parco e
abbiamo ascoltando con diverse persone la musica di un pioppo. Una
signora si messa sotto le foglie, ha alzato le mani e poi ha
iniziato a girare su se stessa. La musica del pioppo allora è
cambiata, ha subito preso un andamento diverso, seguendo la danza
della signora. Quando la donna si fermava, la musica smetteva. Poi
la signora riprendeva a danzare e la musica riacquistava vigore.
<<Una
volta eravamo ai piedi di un cedro del Libano, una pianta colossale
di oltre 400 anni. Questa pianta non voleva saperne di suonare. Gli
altri alberi lì attorno, collegati all’apparecchiatura, emettevano
tranquillamente la loro musica. Ma il cedro no. Allora abbiamo
passato la mattinata ascoltando le altre piante. Nel frattempo si
era radunata della gente, tutti avevano capito cosa stavamo facendo.
E solo in quel momento, con tutto quel pubblico attento, il cedro ha
rotto il suo silenzio. E la sua era una musica bassa, possente,
maestosa, da mettere i brividi. Abbiamo capito che le piante
secolari hanno bisogno di più tempo, vogliono che si presti loro la
dovuta attenzione. E’ capitato altre volte, con olivi millenari ad
esempio. L’olivo ha una musica straordinariamente serena, antica e
capace di toccarti nel profondo.
<<Con il nostro strumento ho potuto constatare
che si crea un legame fortissimo tra le piante e chi le accudisce.
Soprattutto tra una pianta e la persona alla quale viene regalata.
Se questa relazione si interrompe, quasi sempre la pianta muore. Un
giorno eravamo in uno studio professionale e abbiamo collegato
all’apparecchio una delle piante che erano nella stanza. La pianta
suonava benissimo ma quando entrava la padrona dello studio,
smetteva subito. Riprendeva la musica solo quando quella persona
usciva dalla stanza per smettere di nuovo quando tornava. Chiesi a
quella signora quale storia ci fosse dietro la pianta e lei mi
raccontò che era il regalo di un uomo che l’aveva tradita. “Anzi”,
disse la donna, “se volete ve la regalo. Non posso neppure guardarla
quella pianta.” La portai a casa con me, ma non ci fu niente da fare
e nonostante le cure la piante morì.
<<Qualche
tempo fa eravamo alla fiera di Modena, nel reparto del giardinaggio,
circondati da tanti vasi di piante in vendita. Praticamente piante
senza nessuno che si occupasse di loro. Abbiamo provato a collegarle
all’apparecchio ed erano tutte isteriche. Emettevano un suono
inascoltabile, brutto, sgraziato, nemmeno lontanamente simile ad una
musica. Allora ho preso in mano un geranio, l’ho comprato e
toccandolo ho detto: “Ora sei mio, ti porto a casa con me”. Subito
l’abbiamo collegato allo strumento e il geranio ha emesso una musica
bellissima.>>
<<Noi non traiamo alcun vantaggio commerciale
da tutto questo>>, conclude Tiziano. <<Ci sta solo a cuore far
capire che le piante sono vive e che c’è passaggio emozionale tra
loro e gli esseri umani. Non dobbiamo rispettare le piante solo
perché ci danno l’ossigeno, come si sente dire spesso. Dobbiamo
farlo perché sono entità, sono un mondo che in un certo senso ci è
stato affidato e con il quale condividiamo il pianeta.>>
Per conoscere le date delle conferenze di Tiziano e
Laura e conoscere di più sulla loro attività, basta visitare il sito
www.vocidipiante.it
Testo di