INVIATO SPECIALE A “DOMENICA IN”

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Foto e testo di Emanuela Gambazza

Fabio, ragazzo down, ha realizzato un sogno

<<Vorrei fare il giornalista, mi piace scrivere e raccontare le storie>>, è iniziato tutto così. Con un desiderio spontaneamente confidato a un inviato del settimanale Gente, che lo intervistava per i suoi meriti scolastici.

 

E perché no?

A 19 anni, Fabio Lombardi ci ha provato ed è andato alla grande, vedendosi subito pubblicati, tanto per cominciare, due ampi articoli su uno dei maggiori rotocalchi italiani.

Facile dire che è stato bravo, come quando, l’estate scorsa, questo ragazzo di Treviso ha preso la maturità col punteggio massimo, all’Istituto Tecnico. Ma Fabio è un ragazzo speciale, e non solo uno dei tanti studenti modello, con un sogno davanti da realizzare.  E’ nato con la sindrome di Down, quella che i medici definiscono “Trisomia 21”.  Di giornalisti come lui, in Italia non ce ne sono altri.

<<Fabio è la nostra gioia>> dicono il papà, Luciano Lombardi, mamma Giustina e la sorella Laura. E certo, di soddisfazioni ne dà tante. Pratica Rebunkan, una disciplina del Karate, è appassionato di cavalli, ha lavorato per un certo periodo in un supermercato di Treviso, razionalizzando al computer entrate e uscite delle merci, e ha perfino tenuto una lezione sull’apprendimento visivo al teatro Palladio, davanti a centinaia di persone. Non stupisce dunque, se in veste di inviato e di ospite in trasmissione, Fabio Lombardi ha già calcato due volte il palcoscenico della Rai, a Domenica In e a Cominciamo bene estate.

La cosa più straordinaria, in realtà, è che ora che ha intervistato Pippo Baudo e Massimo Giletti, risposto alle domande di Michele Mirabella, fatto amicizia con Ambra Angiolini e ricevuto i complimenti da parte di lettori di tutta Italia, a differenza dei ragazzi della sua età baciati dal successo e lanciati dai media, lui ancora non si è montato la testa. Si tiene quotidianamente in esercizio con la scrittura, con l’aiuto di suo padre Luciano, e dedica diverso tempo alla lettura, che è sempre stato uno dei suoi maggiori interessi. Perché Fabio è davvero un ragazzo in gamba, e per rendersene conto basta leggere ciò che scrive, vedere le cose coi suoi occhi, pieni di profonda ingenuità.

Quando ci siamo conosciuti la scorsa estate, appena diplomato, mi hai detto che desideravi diventare un giornalista. Ora che hai scritto i tuoi primi articoli per Gente, che hai intervistato personaggi dello spettacolo come Pippo Baudo e Massimo Giletti, come ti senti? Puoi dirmi se ti piace fare il giornalista?

<<Carissima Emanuela, io mi sono trovato molto bene nell’improvvisato ruolo di giornalista, e questa nuova sensazione forte mi sta incitando a migliorarmi. Io ci metto tutto il mio impegno, ma la cosa più importante sarà accertare se le idee che riesco ad esprimere piacciono alla gente. Se il mio modo di vedere le cose del mondo sarà giudicato piacevole, nuovo e interessante, io ne sarò felicissimo e ogni sforzo per continuare a scrivere sempre meglio non mi peserà. “Due delle mie professoresse paragonate entrambe alla Fata Turchina ed io a Pinocchio”, “Baudo visto simile a una pantera dominatrice del territorio”, “Giletti che sprizza umanità”, “io che in certi momenti emozionanti sembro un baccalà”, sono state considerate espressioni felici, speriamo che in futuro la mia mente ne scovi anche di migliori>>.

Sei stato ospite di Michele Mirabella e Ambra Angiolini nella trasmissione di Rai TreCominciamo bene estate”. E hai documentato per il settimanale Gente il dietro le quinte di “Domenica In”. Che cosa ti ha colpito del mondo della televisione? E’ come te lo aspettavi?

<<Ti dirò che, dopo aver frequentato l’ambiente della televisione, due chiare impressioni sono rimaste vive nella mia testa, perché più di tante altre mi hanno colpito veramente.

<<La prima: il gran numero di persone che lavorano seriamente affinché altre compaiano sul teleschermo e possano entrare nelle case degli italiani per portare notizie e divertimento. Loro non appaiono mai, pur avendo il merito più grande per il buon funzionamento della tivù. Il grande pubblico non le conosce e io sono veramente contento di averne potute vedere alcune mentre svolgevano il loro lavoro. Ad esempio: gli addetti alla sala di regia mi hanno davvero stupito per la rapidità con cui svolgono le loro mansioni, che consistono principalmente nel fornire precipitose informazioni ai cameraman sul cosa fare durante le riprese di una trasmissione e nell’azionare con sicurezza fulminea una foresta di levette e tasti.  Con me, poi, tutti sono stati davvero molto cortesi, nonostante avessero molto da fare. Una cortesia che m’è piaciuta molto.

<<La seconda: Molti dei personaggi che ho incontrato, quasi tutti, mi sono sembrati assai migliori “dal vivo”, molto più interessanti ed umani di come appaiono in tivù. Perciò ti posso dire che m’aspettavo d’incontrare dei divi da prendere con le pinze ed invece ho parlato con delle persone vere che mi sono piaciute moltissimo per tante loro buone qualità>>.

C’è un episodio curioso, legato a queste due prime esperienze d’inviato o di ospite televisivo, che vorresti raccontare?

 <<Quello che sto per dirti ti sembrerà strano e lo è stato anche per me. Potrei parlarti del piacevole racconto che Pippo Baudo mi ha fatto ricordando la sua prima esperienza di conduttore televisivo, oppure dirti che Massimo Giletti mi ha impressionato per l’entusiasmo con cui ha voluto spiegarmi quanto genuina sia la sua partecipazione ai problemi gravi della gente, o di come Michele Mirabella abbia scherzato con me sul fatto che ai suoi articoli i giornali non concedono lo spazio lasciato ai miei, o ancora di come scende la calma in me ogni volta che m’incontro con Pino Aprile, (direttore di “Gente”, il settimanale per cui scrivo), e di quanto mi piace il suo abbraccio incoraggiante. Invece, ti racconterò del mio incontro con Ambra Angiolini. Perché? Perché, quando mi sono incontrato con lei e a braccetto siamo andati a visitare gli studi di RAI TRE, io mi sono messo a parlare, parlare e parlare. Se non è un fatto curioso, questo…! Per un baccalà, poi! Di solito, in occasioni come questa io mi trovo con così tante cose da dire che non mi esce una sola parola dalla bocca. Con Ambra, invece, ho parlato di cantanti e canzoni, di film e di sceneggiati televisivi. E ancora, dei miei desideri per il presente e il futuro. Mi sono meravigliato tanto della facilità con cui conversavo con lei, che mi ascoltava con deliziosa cortesia. Che la facilità con cui parlavo sia scaturita dal desiderio di far colpo su di lei? Ma, chissà. Non te lo so dire>>.

Tempo fa, scrivevi sul tuo diario: “Io sono diverso nell’insieme della diversità della Natura”. Parole che si commentano da sole. Ora che hai l’occasione di parlare a tante persone, sui giornali o alla tivù, oppure attraverso Internet, c’è qualcosa che vorresti aggiungere sul tema della diversità?

<<Per quanto riguarda la risposta a questa domanda, accetto il consiglio di mio papà che mi dice di approfittare dell’occasione per rendere noto a più persone il profondo valore delle parole scritte dall’illustrissimo professor Reuven Feuerstein, che ora sto per citare. “I genitori devono sapere che il cromosoma in eccesso, quello che provocherà la sindrome di Down, è un cromosoma perfettamente normale, che deriva direttamente dal padre (25% dei casi) o dalla madre (75% dei casi). In altri termini non viene da “chissà chi” o da “chissà dove”, non è un cromosoma “cattivo” o “malato”. Devono anche sapere che, poiché è da loro stessi che provengono i cromosomi, il bimbo affetto da sindrome di Down somiglierà a loro e a tutti  i membri della famiglia. Il loro figlio, un essere umano come tutti gli altri e in quanto tale diverso da tutti gli altri, sarà unicamente loro. Più loro di qualsiasi altro figlio.

<<Io posso aggiungere soltanto che, come ho detto scrivendo su Il Gazzettino, sono estremamente  felice di appartenere ai miei meravigliosi genitori>>.