Acquista
i libri di Angelo Bona
Ricordo una vacanza trascorsa a Tenerife. La passai a leggere,
cullato dalla brezza profumata che arrivava dall’Oceano. In quei
giorni divorai diversi libri ma uno in particolare mi affascinò più
degli altri. Il romanzo di una scrittrice irlandese, Morgan Llywelyn,
dal titolo “Il potere dei Druidi”. Ne conservo ancora dentro di me
le atmosfere, le descrizioni delle foreste, la figura di
Vercingetorige, capo dei Galli. E la filosofia dei Druidi.
I Druidi. Gli antichi sacerdoti dei Celti. I saggi conoscevano il
linguaggio degli alberi e alla Natura davano del “tu”. Mai avrei
pensato di incontrarne uno in carne e ossa. E invece è andata
proprio così.
Ho incontrato il dottor Angelo Bona come giornalista, incaricato dal
magazine per cui lavoro di scrivere un articolo sull’ipnosi
regressiva di cui Bona è uno dei massimi esperti. L’ho perciò
incontrato nel suo studio di Bologna e devo dire che all’inizio mi è
parso un normale e tranquillo professionista, un intellettuale dal
modo di parlare pacato e gentile. Ma a poco a poco, mentre
l’intervista proseguiva, qualcosa è scattato e ci siamo trovati a
conversare quasi fossimo stati amici da vecchia data. Quello che il
dottor Bona mi ha raccontato è straordinario.
<<In
una vita precedente sono stato un sacerdote druido>>, mi ha detto.
<<Ero uno di quei sacerdoti che gli antichi Celti, il popolo vissuto
in Europa oltre duemila anni fa, consideravano i custodi della
terra. A questa conclusione sono giunto dopo molti anni di ricerche
inseguendo una precisa e forte intuizione interiore riguardante le
mie origini. Ho fatto molti viaggi in Irlanda, in Bretagna, in
Galles e alla fine, attraverso sogni, regressioni ipnotiche e
coincidenze perfette e inoppugnabili, ho fatto la mia incredibile
scoperta>>.
Se queste parole fossero state pronunciate da una persona qualunque,
sprovvista di cultura e di conoscenze storiche e scientifiche,
probabilmente mi avrebbero fatto sorridere. Mi avrebbero di certo
affascinato ma le avrei anche giudicate frutto di fantasia, quasi
sicuramente prive di fondamenti reali. Ma il dottor Angelo Bona è un
medico psicoterapeuta, specialista in anestesia, presidente della
“Società Italiana Ipnosi Regressiva” e noto saggista. E’ insomma, un
uomo di scienza, al di sopra, quindi, di ogni sospetto. Le sue
parole perciò fanno riflettere.
Autore di numerosi e fortunati volumi (l’ultimo, “L’amore dopo il
tramonto”, pubblicato da Mondadori, è nei posti nobili delle
classiche), il dottor Bona si dedica soprattutto allo studio
dell’ipnosi regressiva, in cui vanta un’esperienza professionale di
oltre vent’anni. <<E’ un’importante funzione della psicoterapia che
si inoltra in nuovi territori dell’inconscio poco inesplorati>>, mi
ha spiegato. <<I pazienti che si sottopongono a questo tipo di
terapia, raccontano spontaneamente particolari di vite precedenti,
ricordi fissati nel subconscio, nei quali è spesso racchiusa la
chiave di lettura dei loro disturbi attuali. Ed è stato anche grazie
all’ipnosi regressiva se ho potuto scoprire la mia vera natura di
druido
<<La
mia storia può sembrare incredibile ma è reale>>, riprende a
raccontare il dottor Bona dopo una breve pausa di riflessione. <<E’
un cammino interiore, una vera e propria ricerca che mi ha dato
l’esatta percezione di ciò che sono e che sono stato. Fin da
bambino, ho sempre avuto strani ricordi, frammenti di una memoria
passata. Erano immagini di sacerdoti vestiti di tuniche bianche,
incappucciati, con lunghe barbe e capelli candidi. Inoltre, ho
sempre avuto una fortissima attrazione verso la Gran Bretagna e il
nord della Francia, verso i territori dove un tempo vissero i Celti,
verso i “dolmen” e i “menhir”, cioè quegli antichissimi monumenti
come Stonehenge, verso le foreste di querce che erano gli alberi
sacri dei Druidi
<<Poi, anni fa, un vecchio druido mi apparve in sogno. Mi parlò e mi
disse: “Ecco il tuo vero nome. Il tuo vero nome è Sir Môn Idrakun.”
Da quel sogno straordinario nacque in me l’esigenza di cercare le
mie origini, di comprendere la mia vera natura. Con l’aiuto di un
collega, psicoterapeuta come me, andai in trance. Tramite l’ipnosi
regressiva, volevo sapere qualcosa di più sul mio lontano passato,
quello “inciso nel mio DNA”. Quando mi svegliai, il mio amico mi
disse che durante l’ipnosi gli avevo raccontato di tre sacerdoti
dalle bianche vesti e di un rituale. Avevo descritto una spiaggia,
una sorta di anfiteatro in riva al mare, e tanta gente che assisteva
al rito. Disse che avevo usato un linguaggio lirico, poetico e che
la mia voce era piena di emozione.
<<Da quel momento dedicai il tempo libero a viaggiare, in costante
ricerca di me stesso. Un giorno, mi trovavo in Bretagna. Entrai in
una chiesetta, vidi una signora e con la massima spontaneità le
chiesi dove potevo trovare i druidi. Lei mi guardò come se fossi un
pazzo. Ma poi la sua espressione cambiò. Qualcosa nel mio sguardo le
fece capire che non stavo scherzando ma che ero disperatamente
sincero. Mi sorrise e mi disse che nella foresta di Broceliande, ad
un centinaio di chilometri da lì, c’era il “Grande Collegio dei
Druidi”, uno degli ultimi sopravvissuti. Se cercavo i druidi, dovevo
dirigermi là. Mi disse che dovevo parlare con Jean Tosh, il Druido
anziano. Lui avrebbe potuto aiutarmi.
<<Conoscevo
di nome la mitica foresta di Broceliande. Le leggende dicono che lì
si trovi la tomba di Mago Merlino. Pieno di emozione mi misi in
viaggio e quando arrivai in una piccola libreria, sede del Collegio
dei Druidi, mi venne incontro una donna anziana. Mi trattò come
fossi stato suo figlio e mi disse di chiamarla “Mamy”. Era Yvette
Nicol, la moglie del Druido anziano. “Bentornato a casa”, mi disse.
Ma non feci in tempo a riflettere sulle sue parole che comparve Jean
Tosh. All’epoca aveva già 75 anni. Era vestito in modo normale,
aveva i capelli lunghi e bianchissimi. E un’espressione di
meravigliosa serenità sul viso. Mi abbracciò e mi diede da leggere
“Le fatiche di Ercole” dicendomi: “Vai sulla costa, in riva al mare,
e leggi con calma. Preparati, perché tra una settimana ci sarà un
raduno con tutti i druidi d’Europa. Voglio ci sia anche tu.”
<<Mi pareva di vivere in un sogno. Lessi il libro e le vicende di
Ercole. La sua ricerca attraverso le terribili fatiche, mi sembrava
l’inizio di un cammino iniziatico. Poi venne il giorno del raduno.
C’erano molti Druidi provenienti da tutte le parti d’Europa e tanta
gente accorsa per assistere. Molte persone erano lì per chiedere a
Tosh di entrare nel cerchio dei Druidi. Non dimenticherò mai quei
momenti.
<<Durante la cerimonia, Tosh mi venne vicino e mi chiese: “Chi sei?
Quale è il tuo vero nome?”. Io gli risposi con quel nome che il
druido mi aveva confidato in sogno. “Mi chiamo Sir Môn Idrakun.”
Tosh mi guardò un attimo, sorpreso. Poi mi sorrise e mi disse: “Tu
sei stato druido. E ora tornerai druido” e mi accompagnò tra i
membri Anziani del Collegio. Era incredibile. Ci vogliono anni e
anni per essere accolti nel “Collegio dei Druidi”, e io, in un
attimo, avevo avuto quel privilegio. In quel momento capii che per
davvero ero stato un druido in un tempo passato. Ma solo due anni fa
scoprii quale fosse la mia terra d’origine.
<<Non era la foresta di Broceliande, come pensavo in un primo
momento. Era il Galles. Due anni fa andai a visitare l’isola di
Anglesey, a nordovest del Galles perché avevo scoperto che il nome
gaelico dell’isola era Ynys Môn. “Môn”, proprio come il mio nome.
Giunto nell’isola, mi sentii subito strano. Da una parte ero felice,
come se fossi tornato a casa dopo un lungo viaggio. Ma provavo anche
una sorta di angoscia, come qualcosa che mi opprimeva. Mi fermai al
museo di Oriel Ynys Môn e chiesi alla signora che lo gestiva se
c’era qualcuno che potesse darmi spiegazioni sulle tradizioni del
luogo, sulla storia dell’isola. Pensavo che, forse, quelle
conoscenze potevano aiutarmi a capire che cosa mi stava succedendo.
“Ci sarebbe il professor Gwilym Jones, che è un esperto di
tradizioni druidiche”, mi disse la signora senza sapere che io ero
interessato proprio ai druidi. “Ma siamo in agosto”, continuò, “e di
questo periodo il professore è sempre lontano, in vacanza. Se vuole,
provo lo stesso a telefonare”. Beh, non solo il professor Jones
rispose subito ma disse anche che stava proprio per venire da quelle
parti. Una coincidenza? Non lo so. Ma quando parlammo, confidai al
professore il mio nome di druido e lui fu molto sorpreso. Mi disse
che l’isola non solo si chiamava Ynys Môn ma era anche conosciuta
come Sir Fôn. “Môn” e “Sir”, due parti del mio nome druidico. Mi
raccontò che i Romani, nel 61 d.C, per spegnere un’insurrezione dei
Britanni, appiccarono un immane incendio sull’isola, bruciando tutte
le foreste di querce, gli alberi sacri dei Druidi. Distruggere i
santuari dei capi spirituali dei Britanni, era l’unico modo per
vincere. Il professor Jones mi disse che, a causa di quell’incendio,
sull’isola non si trovava più alcuna traccia delle foreste di un
tempo. I ricercatori non avevano trovato pollini di quercia nel
terreno se non in strati risalenti a circa duemila anni prima. Io
avevo in qualche modo memoria di quella tragedia: ecco perché mi
sentivo angosciato nel camminare su quei luoghi. L’isola di Ynys
Môn, era la mia antica patria.
<<Ecco, questa è la mia storia. Io sono un druido. Lo sono stato in
passato e lo sono tuttora. I druidi erano musicisti e amavano la
poesia. Bene, io non conosco la musica, eppure compongo canzoni,
scrivo i testi e la melodia. Insieme ad un gruppo, stiamo incidendo
queste musiche e sono canzoni che hanno per tema proprio le vite
precedenti e i druidi. E per scrivere le parti più poetiche dei miei
libri, io vado in trance. Mi addormento, inizio a dettare e la mia
segretaria scrive ciò che dico. E sono pagine liriche, con un
linguaggio che non sarei capace di usare normalmente. Un giorno
venne da me una ragazza. Era oppressa da forti sensi di colpa e non
ne capiva la ragione. Decidemmo di indagare con l’ipnosi regressiva
nel suo passato. In trance, mi raccontò di essere stata una
druidessa di nome Benedicta e mi disse di avermi incontrato, di aver
incontrato Sir Môn Idrakun. In seguito quella ragazza mi fece dono
di un suo disegno. Vi è raffigurato un Druido anziano, “Sir”, seduto
sulla luna, “Môn”, che domina l’idra, cioè “Idrakun”, simbolo del
Galles.>>