UN LIBRO PER AMICO
Piccolo contenitore dove
consigliare di “rileggere” quei libri
che a me, ma anche a molti che come me si trovano “nel mezzo del
cammin di nostra vita”, hanno tenuto, e ancora tengono la migliore
delle compagnie.
IL SIGNORE DELLA GIUNGLA
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tonyassante.com
DI
Roberto Allegri -
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Alla maggior parte di
quelli della mia generazione (ho quarant’anni) il nome Tarzan
richiama subito alla mente tutta una serie di film in bianco e nero
con Johnny Weissmuller, Gordon Scott e Lex Barker nel ruolo del
protagonista. Per quelli un po’ più giovani, invece, Tarzan è il
cartone della
Disney con la colonna sonora di
Phil Collins. Ma pochi sembrano
ricordare che “Tarzan
delle Scimmie” è stato uno straordinario romanzo, uno di
quelli che hanno lasciato un solco profondo nella storia dato che ha
influenzato la cultura di più di una generazione.
Il libro venne pubblicato
per la prima volta nel 1914, dopo essere apparso a puntate sulla
rivista “All story”. Il suo autore era
Edgar Rice Burroughs, un
quarantenne squattrinato e senza istruzione che dopo aver fatto
un’infinità di lavori, dal minatore al cowboy, decide come ultima
risorsa di mettersi a scrivere.
Pubblica un romanzo di
fantascienza che ha un discreto successo e quindi il colpo di genio.
Pur non avendo mai visitato l’Africa, ma affascinato dai suoi
paesaggi e dalle creature che vi abitano, Burroughs inventa la
storia di un bambino, figlio di un lord inglese, che viene allevato
da una tribù di grosse scimmie del Congo. Grazie all’intelligenza
superiore, Tarzan, questo il nome che le scimmie danno al bimbo e
che nella loro lingua significa “scimmia bianca”, riesce a diventare
in poco tempo il signore incontrastato di tutta la giungla.
Burroughs, che in preda
allo sconforto per non essere riuscito a farsi strada nella vita
stava quasi meditando il suicidio, diventa così uno degli scrittori
più noti al mondo. Scrive una settantina di romanzi in trent’anni,
basati sulle avventure di Tarzan e di altri personaggi, romanzi che
saranno tradotti in oltre cinquanta lingue e che venderanno la
stratosferica cifra di duecento milioni di copie in tutto il mondo.
Lo scrittore muore nel 1950, all’età di settantacinque anni,
lasciando alla sua famiglia un’eredità di dieci milioni di dollari.
E negli Stati Uniti gli intitolano due città: Tarazana in California
e Tarzan in Texas.
Ho riletto
“Tarzan
delle Scimmie”.
Per l’ennesima volta. Quella di Burroughs è una scrittura attuale,
dinamica, fluida, ricca di colpi di scena. Vi sono descrizioni
accurate, e un senso eroico che fa gonfiare il petto. Scritto quasi
cento anni fa, conserva intatto il sapore meraviglioso di una
selvaggia avventura. Ricordo che il libro mi aveva esaltato da
ragazzino e ancora oggi ha il potere di farmi sognare.