Benedetto
XVI, pellegrino a Fatima portando nel cuore il grande sogno di
Giovanni Paolo II
L’UNITA’ DEI CREDENTI
E
LA PACE NEL
MONDO
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di Renzo Allegri
Quando i Papi si muovono, è la Chiesa che si
muove.
In questo mese di maggio, Benedetto XVI è stato
a Torino a per l’ostensione della Sindone e a Fatima. “Pregherò per
la Chiesa, per i sacerdoti e per la pace”, aveva detto prima di
mettersi in viaggio per il Portogallo.
Il primo Pontefice ad andare pellegrino in quel
Santuario fu Paolo VI, e vi si recò nel 1967, cinquantesimo
anniversario delle apparizioni. Poi Giovanni Paolo II vi si recò nel
1982, l’anno dopo l’attentato subito in Piazza San Pietro. Papa
Wojtyla era convinto di essere stato miracolato dalla Madonna di
Fatima. L’attentato si era avuto il 13 maggio del 1981, giorno
anniversario della prima apparizione della Madonna nella cittadina
portoghese. I colpi sparati dall’attentatore erano mortali, ma la
pallottola, che aveva colpito il Papa all’addome, aveva tenuto
all’interno del suo corpo un percorso a zig zag, assolutamente
inspiegabile. <<Era come>>, disse il professor Francesco Crucitti,
che aveva operato il Pontefice <<se avesse voluto evitare gli organi
vitali. Per questo il Papa si è salvato>>. E Giovanni Paolo II a
Fatima, ringraziando la Vergine dello scampato pericolo, affermò:
<<Una mano ha sparato e un’altra mano ha guidato il proiettile>>.
Giovanni Paolo II tornò a Fatima nel 1991, nel
decimo anniversario dell’attento, ancora per ringraziare la Vergine.
E vi ritornò per la terza volta nel 2000 per celebrare la
beatificazione di Francesco e Giacinta, i due veggenti morti qualche
anno dopo le apparizioni. E in quell’occasione, volle rendere
pubblico il contenuto della terza parte del Segreto, dove si parla
appunto dell’attentato al Papa, nel quale egli si era riconosciuto.
Quest’anno, a Fatima, si ricordano i dieci anni
dalla beatificazione di Francesco e Giacinta e i cento anni dalla
nascita di Giacinta. Ma per quanto importanti, queste ricorrenze non
sono tali da giustificare un viaggio papale.
Come lo stesso Benedetto XVI ha detto,
l’obiettivo del suo viaggio a Fatima riguarda “la Chiesa, i
sacerdoti e la pace nel mondo”. Tre grandi temi che sono di estrema
attualità, con notizie anche drammatiche ogni giorno sui giornali.
E sono i temi fondamentali del Messaggio di
Fatima. Nel corso della Terza apparizione, quella del 13 luglio
1917, la Madonna, dopo aver mostrato ai bambini la “terribile
visione” dell’inferno, parlò ad essi proprio di queste tematiche,
attraverso indicazioni profetiche che si sono poi realizzate alla
lettera come forse in poche altre occasioni della storia era
accaduto. Le sue parole sulla prima guerra mondiale che stava per
finire; su una seconda guerra più terribile che sarebbe scoppiata;
sul suolo della Russia con la diffusione per il mondo dell’ideologia
comunista portatrice di guerre, morti, fame, distruzione di intere
nazioni; sulle sofferenze della Chiesa con il martirio di molti suoi
rappresentanti, vescovi, sacerdoti, laici, e con l’attentato al
Papa, erano una cronaca precisa di quello che sarebbe poi accaduto.
E, oggi, 93 anni dopo quelle apparizioni, siamo testimoni che le
indicazioni profetiche si sono realizzate. Al termine delle sue
confidenze ai tre veggenti, la Vergine disse: “Alla fine il mio
cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia,
che si convertirà e sarà concesso al mondo un periodo di pace”.
La
consacrazione della Russia, chiesta dalla Madonna, ebbe un tragitto
molto travagliato, anche all’interno della Chiesa stessa, e solo nel
1984 Giovanni Paolo II riuscì a realizzarla in qualche modo. Però,
gli effetti si manifestarono immediatamente con la caduta
dell’impero comunista sovietico e il ritorno della libertà religiosa
in Russia e negli altri Paesi ex comunisti. Restano insolute le
ultime due indicazioni date dalla Vergine: il “trionfo” del suo
Cuore Immacolato e la pace nel mondo.
Sembrano traguardi ancora lontani, ma è in
questa direzione che si muove la Chiesa. E’ questo il vero scopo del
pellegrinaggio di Benedetto XVI. Un pellegrinaggio che si riallaccia
alle indicazioni di Giovanni Paolo II, e che Papa Ratzinger ha
programmato da tempo, come dimostrano le attenzioni verso Fatima da
lui espresse in varie occasioni.
Nel maggio 2006, un anno dopo la elezione di
Benedetto XVI, ricorreva il 25° anniversario dell’attentato a
Giovanni Paolo II. Il cardinale Ruini organizzò a Roma una grande
manifestazione, facendo venire da Fatima la statuetta originale che
si venera nella cappella delle Apparizioni. E il Papa inviò un
messaggio al cardinale Ruini, in cui tra l’altro disse: <<Mi unisco
con gioia a quanti si ritrovano oggi in Piazza S. Pietro vicino
all’immagine di Nostra Signora di Fatima, per affidare
all’intercessione di Maria le grandi intenzioni della Chiesa e del
mondo>>.
Un mese dopo, a Monsignor Josef Clemens,
segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, in procinto di
partire per Fatima, come presidente di un grande pellegrinaggio
internazionale, Papa Ratzinger disse: «Quando sarà a Fatima, saluti
in mio nome tutti i pellegrini di tutti i Paesi. Chieda loro una
preghiera per il Papa, perché il Papa possa realizzare la sua
missione di condurre la Chiesa. Chieda loro che rimangano con il
Papa».
L’anno successivo, 2007, ricorrevano i 90 anni
delle apparizioni a Fatima. Il 13 maggio, Benedetto si trovava in
Brasile, in occasione della V Conferenza Generale dell'Episcopato
Latinoamericano e dei Caraibi. Celebrò la Messa sulla Spianata del
Santuario dell'Aparecida, che si trova nel Nord dello Stato di San
Paulo ed è il centro spirituale del Brasile. Alla preghiera
dell’Angelus, volle ricordare le apparizioni di Fatima: <<Ricorre
oggi il novantesimo anniversario delle Apparizioni di Nostra Signora
di Fatima. Con il suo forte appello alla conversione ed alla
penitenza essa è, senza dubbio, la più profetica delle apparizioni
moderne. Chiediamo alla Madre della Chiesa, a Colei che conosce le
sofferenze e le speranze dell’umanità, di proteggere i nostri
focolari e le nostre comunità>>
Il 14 ottobre di quello stesso anno, 2007, a
Fatima erano in corso le celebrazioni per il novantesimo
anniversario delle apparizioni. In collegamento da Roma per la
preghiera dell’Angelus, il Papa disse: <<Questa mia Benedizione per
quanti recitano con me la preghiera dell’Angelus – qui presenti o
uniti attraverso i mezzi di comunicazione – di buon grado la estendo
ai pellegrini riuniti nel Santuario di Fatima, in Portogallo. Lì, da
novant’anni, continuano a risuonare gli appelli della Vergine Madre,
che chiama i suoi figli a vivere la propria consacrazione
battesimale in ogni momento dell’esistenza>>.
Due mesi dopo, Il 10 novembre 2007, ricevendo i vescovi portoghesi
in visita “ad limina”, disse: <<Mi piace pensare a Fatima come ad
una scuola di fede che ha la Vergine Maria come Maestra; là Ella ha
eretto la sua cattedra per insegnare ai piccoli Veggenti, e in
seguito alle moltitudini, le verità eterne e l’arte di pregare,
credere e amare>>.
E poi, nel 2008, l’annuncio del viaggio che
avrebbe fatto a Fatima nel 2010.
Viene spontaneo pensare ai viaggi a Fatima di Papa Wojtyla, con quei
suoi discorsi infuocati e accorati. Nel 1982, discorsi pieni di
preoccupazione e di dolore, che facevano intendere come la Chiesa e
il mondo stavano attraversando un momento drammatico. <<Dalla guerra
nucleare, da una autodistruzione incalcolabile, da ogni genere di
guerra, liberaci>>, aveva gridato rivolto alla Vergine. Nel 1991,
invece, discorsi aperti alla speranza e all’ottimismo. <<Una nuova
aurora sembra sorgere nel cielo della storia. Da Fatima sembra
diffondersi una luce consolatrice, colma si speranza>>, aveva detto
Papa Wojtyla al milione di pellegrini radunati nella spianata
davanti al santuario. Nel 2000, poi, la rivelazione della terza
parte del famoso Segreto, quasi a offrire la chiave
d’interpretazione delle preoccupazioni espresse ne 1982 e della
speranza del 1991.
Joseph Ratzinger fu la persona più vicina a
Papa Wojtyla in quegli anni. Era il suo confidente, il suo
consigliere, l’amico personale, e visse quei momenti in stretta
unione con lui. Ed essendo poi diventato il successore di Giovanni
Paolo II, sa che deve portare a termine i progetti che Papa Wojtyla
aveva fatto alla luce degli eventi vissuti in prima persona.
Come abbiamo visto, tutte le indicazioni
profetiche espresse dalla Vergine nel 1917, si sono realizzate.
Mancano le due ultime: il trionfo del Cuore Immacolato di Maria e la
pace nel mondo.
Purtroppo, con la libertà religiosa nei Paesi ex comunisti, sono
risorti anche gli antichi problemi della "divisione" dei credenti.
Divisione tra cattolici, ortodossi, protestanti, cioè divisione tra
i seguaci dello stesso Dio, dello stesso Salvatore Gesù, tra i
credenti nella stessa Fede.
La
Chiesa dei credenti costituisce il "Corpo Mistico di Cristo". Ma
quando i credenti sono divisi, il "Corpo Mistico di Cristo" è
lacerato, ferito, martoriato. Non può trionfare il cuore di una
madre quando i suoi figli sono divisi all'interno della famiglia. La
strada, quindi, per arrivare alla conclusione indicata dalla Madonna
a Fatima nel 1917 è l’unità dei cristiani. Papa Wojtyla continuò a
viaggiare e a sperare fino all’ultimo. Sognava di riuscire ad andare
a Mosca per suggellare, con un fraterno abbraccio al primate
ortodosso, la riunificazione delle due Chiese. Per cercare di
realizzare quel suo grande sogno, intraprese molti viaggi nelle
nazioni dell'Est europeo, liberate dai regimi comunisti. Fu in
Albania, in Croazia, in Bosnia, in Lituania, nella Lettonia, in
Estonia, nella Repubblica Ceca, nella Slovenia, in Ungheria, in
Bulgaria, nell'Azerbaijan, nella Slovacchia, in Ucraina. In ognuna
di quelle nazioni cercava l'incontro con gli ortodossi, l'abbraccio
con gli ortodossi per lanciare messaggi al patriarca di Mosca. Ma
non è riuscito nel suo scopo. E’ morto senza poter fare quel
viaggio.
Il progetto, e il compito di realizzarlo, è
passato al successore. Benedetto XVI, che aveva condiviso in pieno
le speranze e le attese di Giovanni Paolo II, ha proseguito il
cammino verso quel sogno. Con una diplomazia diversa, ma
persistente.
E ora quel sogno potrebbe diventare realtà.
L’abbraccio con gli ortodossi non sembra più molto lontano. E si è
anche aperta una corsia preferenziale verso i luterani.
A settembre, infatti, Benedetto XVI sarà a
Londra, prima visita di stato ufficiale di un pontefice in Gran
Bretagna. Incontrerà le massime autorità della Chiesa anglicana: la
Regina Elisabetta, governatore supremo della Chiesa Anglicana, e
l'arcivescovo di Canterbury, che è il capo della Chiesa Anglicana.
Obiettivi grandi, e proprio per questo avversati tremendamente dalle
Forze del Male. La campagna di odio contro la Chiesa, e contro Papa
Ratzinger, scatenata nel mondo negli ultimi mesi, è un segno. Un
tentativo estremo per far fallire i progetti di unione che sono
ormai vicini. Papa Ratzinger è andato pellegrino a Fatima proprio
per questi obiettivi.