L’affascinante e incredibile storia del professor Alfredo
Luciani, l’uomo che si propone di “salvare” la politica con il
Vangelo. Ha fondato una Associazione che si chiama “Missionari della
carità politica” e fu lui a iniziare, vent’anni fa, il “dialogo
cristiano” con Fidel Castro.
<<SOLO ATTRAVERSO L’AMORE E’
POSSIBILE GOVERNARE BENE>>
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di Renzo Allegri - Foto di
Nicola Allegri
Così afferma il professor Alfredo Luciani,
sociologo, docente universitario della Filosofia delle religioni,
autore di numerose opere sociologiche fondamentali.
<<Ho dedicato anni ed anni di ricerche a
valutare ed esaminare quali siano le ideologie migliori per una
politica giusta>>, afferma <<e mi sono convinto che il mondo può
essere governato bene solo attraverso l’amore.
Un amore vero per gli altri, amore
disinteressato, libero, generoso. Quell’amore di cui parlò Gesù nel
Vangelo e che è alla base del Cristianesimo. Per questo, ad un certo
momento ho dato vita a un movimento che si chiama “Associazione
internazionale Missionari della Carità Politica”: un movimento di
laici che si impegnano con tutte le forze, proprio con lo spirito
dei missionari, a promuovere una politica di sapore evangelico >>.
Il professor Luciani è veramente un
personaggio incredibile. Potrebbe sembrare fuori del tempo per le
sue idee utopiche, ma, a conoscerlo bene si constata che è invece
ancorato saldamente e solidamente alla realtà. A quella realtà
immutabile che è data da una visione cristiana delle vita. Nei
giorni scorsi, una importante vicenda storia gli ha dato ragione. Fu
lui a iniziare, una ventina di anni fa, un “dialogo cristiano” con
Fidel Castro. Allora molti sorridevano della sua iniziativa. Ma oggi
quel dialogo sta danto frutti straordinari.
All’inizio di luglio, tutti i giornali hanno riportato la notizia
che il Governo cubano aveva deciso di liberare 52 prigionieri
politici. E alla notizia sono seguiti i fatti concreti. Ma la novità
stava anche nel fatto che il Governo cubano aveva permesso che la
notizia venisse data in primis dalle autorità della Chiesa Cattolica
cubana che avevano avuto un ruolo fondamentale nella trattativa.
“E’
una svolta storica”, hanno scritto i giornali. Una vicenda
impensabile fino a pochi mesi fa.
Alcuni commentatori politici hanno sorvolato su
questo particolare, attribuendo l’eccezionale risultato raggiunto ai
135 giorni di sciopero della fame del giornalista dissidente
Guillermo Farinas e all’intensa azione diplomatica che negli ultimi
mesi aveva visto impegnati la Spagna in quanto membro dell’Unione
europea con maggiori legami nell’isola caraibica e anche a quella
degli Stati Uniti.
Ma la maggioranza ha dovuto riconoscere che il
merito principale andava alla Chiesa Cattolica locale, guidata dal
cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino, e alla sua coraggiosa e
persistente azione di dialogo, nello spirito dello slogan lanciato
da Giovanni Paolo II nel suo viaggio del 1998: “'Che Cuba si apra al
mondo e il mondo si apra a Cuba!”
Che la Chiesa cubana si sia guadagnata rispetto
e considerazione da parte del governo di Raul Castro, lo hanno
dimostrato anche l’incontro del 20 maggio scorso tra il cardinal
Ortega e il presidente Raul Castro, a seguito del quale le autorità
cubane decisero di scarcerare Ariel Sigler, dissidente malato e
condannato a 20 anni; e l’incontro di mercoledì 7 luglio, tra il
presidente Raul Castro e il ministro degli Affari esteri spagnolo,
Miguel Angel Moratinos, incontro avvenuto in Arcivescovado alla
presenza dello stesso cardinale Ortega e del ministro degli esteri
cubano, Bruno Rodriguez.
Al termine di quel secondo incontro, Miguel
Angel Moratinos ha dichiarato: «Sono molto soddisfatto per il lavoro
che sta portando avanti la Chiesa nel suo dialogo con le autorità
cubane>>.
A Cuba impera ancora Fidel, il leggendario "lider
maximo". La malattia che il 31 luglio 2006 lo ha costretto a cedere
il posto di comando, prima provvisoriamente, poi ufficialmente, al
fratello Raul, lo tiene nell’ombra., ma continua ad essere lui il
vero motore della politica dell’isola caraibica.
E molti osservatori sono convinti che in Fidel
Castro si sia verificato un sostanziale cambiamento. De ne parla
poco, ma è indubbio che il "lider maximo" ha lentamente maturato
convinzioni diverse dalla sua tradizionale politica. E il
cambiamento non è dovuto alla malattia, ma risale a diverso tempo
fa. E qui il pensiero corre al professor Luciani che in questa
vicenda ha avuto un grandissimo peso proprio con le sue idee legate
alla “carità politica”.
<<La “carità”, intesa nel suo significato più
ampio e completo>>, mi spiega il professor Luciani <<è una visione
del mondo e della vita che coinvolge tutti gli esseri, tutta la
famiglia umana nell’abbraccio di Dio. Il termine si usa spesso per
indicare un gesto di aiuto a chi ha bisogno, ma è un significato
riduttivo. La “caritas”, come ha spiegato magnificamente Papa
Benedetto XVI nella sua enciclica “Caritas in veritate”, ha il
respiro ampio, totale, globale.
“E’
una forza che ha la sua origine in Dio, Amore eterno e verità
assoluta”; “è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di
ogni persona e dell'umanità intera”: deve quindi essere l’anima
della politica e dell’economia. Politica non significa
amministrazione di una comunità con l’applicazione fredda delle
regole. E tanto meno amministrazione interessata al successo
personale o del movimento ideologico cui si appartiene. Politica è
servizio. Il più nobile e generoso. E quando questo esercizio viene
espletato con amore, diventa una eminente forma di carità. Certo, lo
so bene che tutto questo può sembrare utopico, irrealizzabile, ma
non è così. Lavoro a questi progetti da una quarantina d’anni e i
risultati ottenuti dimostrano che è una strada percorribile>>.
Tra il grande pubblico, quello che legge i
giornali e vede la televisione, pochissimi conoscono il professor
Luciani. Forse addirittura nessuno. Anche perché è un tipo schivo,
riservato, lontano da ogni forma di pubblicità. Ma è un personaggio
carismatico, incredibile, ben conosciuto e stimato dalle diplomazie
di tutto il mondo e, tramite le diplomazie, dai rispettivi governi.
Uomo con una cultura immensa, cristiano totale, con la sua
associazione e le sue opere è diventato da anni ormai un formidabile
interlocutore tra opposte ideologie, tra Stati in conflitto, un
tessitore infaticabile di dialoghi, di incontri, un autentico
missionario dei valori universali quali la pace, i diritti umani, il
bene comune ed ha aperto importanti strade per raggiungere tappe
storiche nel progresso civile della nostra società.
Una di queste tappe riguarda proprio Cuba. Ed è
una storia fantastica, che poteva sembrare inconcepibile in quegli
anni, <<Cominciai a interessarmi di Cuba nel 1986>>, mi ha
raccontato il professor Luciani.
<<Avevo letto un libro che riportava una lunga
intervista a Fidel Castro ed ero rimasto colpito da alcune sue
affermazioni che palesavano il desiderio di aprirsi a un dialogo con
la Chiesa cattolica. Feci, di quel libro, una recensione che finì
nelle mani di Castro e dopo qualche tempo fui chiamato
dall'ambasciatore cubano presso la Santa Sede, che, a nome di
Castro, volle conoscermi.
<<Avevo da poco pubblicato un'opera in cinque
volumi dal titolo “Cristianesimo e movimento socialista in Europa
1789-1984”. Un'opera che era considerata fondamentale per lo studio
di quel tema. Ne diedi una copia all'ambasciatore cubano che la
spedì all'Avana. Castro la affidò a Felipe Carneado, un personaggio
chiave a Cuba, compagno di Fidel fin dai tempi della rivoluzione,
membro del Comitato centrale e della direzione e responsabile per
gli affari religiosi. Carneado si entusiasmò per la mia opera. Ne
parlò con Castro e poi con il professor Fernando Rojas Arabs,
rettore dell'università dell'Avana. Cominciammo a scambiarci
messaggi, opinioni, libri. All'inizio del 1988 fui invitato a Cuba
per tenere una seriedi conferenze. Rimasi a Cuba del 14 al 26 marzo
1988. La nostra conoscenza si intensificò, la simpatia divenne
amicizia e cominciammo a lavorare sul serio.
<<Durante quel soggiorno mi resi conto che
Fidel Castro cercava seriamente un dialogo con la Chiesa cattolica.
Probabilmente, con il passare degli anni, anche in lui erano
maturate convinzioni diverse, idee nuove, una visione del socialismo
che aveva più punti di contatto con la dottrina sociale cattolica
che non con le teorie marxiste. Ma tutto questo non poteva
certamente essere detto. E se fosse stato detto, non sarebbe stato
creduto. Bisognava dare tempo al tempo.
<<Fidel era un marxista. Era legato al
materialismo ateo. Questo era il suo ruolo politico. In realtà, nel
privato, le cose erano diverse. Non aveva dimenticato e tanto meno
rinnegato l'educazione ricevuta da giovane. Fidel ha studiato dai
gesuiti. Io ho visto anche le pagelle con i giudizi dei gesuiti su
Fidel studente. Erano giudizi molto lusinghieri.
Ho incontrato i gesuiti che gli avevano fatto
scuola e tenevano con lui ancora buoni rapporti, lo consideravano un
ex allievo. Un altro fatto strano che mi colpi molto riguarda un
grosso complesso per l'assistenza agli anziani che si trova al
centro dell'Avana. E’ un complesso statale, quindi finanziato dallo
Stato, ma gestito dalle suore. Ho parlato con le suore e mi hanno
confermato di non aver mai avuto ingerenze, imposizioni. Svolgevano
il loro lavoro in piena autonomia ed erano contente.
E’ chiaro che tutto quello che stava avvenendo
era voluto da lui. Non interveniva di persona, ma controllava e
guidava ogni passo. E questo per me era molto significativo.
<<D'accordo
con Felipe Carneado, decidemmo di preparare un incontro ufficiale
tra studiosi cattolici e studiosi cubani. In tutto questo lavoro ci
fu sempre di grandissimo aiuto l'ambasciatore cubano presso la Santa
Sede Hermes Herrera Hernandez. II convegno si tenne nel gennaio 1990
e fu importantissimo. Venne organizzato dalla mia Associazione e dal
"Centro de Estudios Europeos" di Cuba.
«Io portai una delegazione composta da sei tra
i più importanti teologi europei: il gesuita francese padre
Jean-Yves Calvez della rivista Etudes; il francescano portoghese
padre Manuel Da Costa Freitas, professore di filosofia
all'università Cattolica di Lisbona; il domenicano spagnolo padre
Jordan Gallego, professore di teologia a Valenza; il gesuita
italiano padre Angelo Macchi, direttore della rivista Aggiornamenti
Sociali; il saveriano padre Giovanni Battista Mondin, docente di
filosofia all ' università Urbaniana di Roma.
La delegazione cubana era molto più numerosa,
comprendeva una ventina di persone Fu un seminario fantastico.
Discutemmo sulla concezione dell'uomo, della libertà, della società
economica, dei rapporti tra Stato e società, tra cultura e
religione. Le conclusioni del convegno ebbero un grande rilievo
sulla stampa cubana.
Tutti gli atti vennero inviati alle autorità
politiche, compreso Fidel Castro, e anche alle autorità religiose.
<<Credo sia stato quel convegno a muovere
definitivamente le acque. Un anno dopo, nel 1991, Fidel aprì le
porte del Partito comunista anche ai cattolici. Cominciò a
permettere che la Chiesa avesse attività sociali, pubblicasse
riviste. Insomma ci furono chiari segni di cambiamento. Noi
continuammo il nostro lavoro sotterraneo che certamente ha
contribuito molto alle conclusioni che ora sono sotto gli occhi di
tutti>>.
Cuba
è uno dei tanti obiettivi cui il professor Luciani e la sua
Associazione “Missionari della carità politica” hanno dedicato anni
di lavoro sotterraneo. <<Ultimamente>>, dice il professor Luciani
<<ci siamo impegnati nei rapporti diplomatici dello Stato d’Israele
con la Santa Sede, per una maggiore comprensione e stima fra
Cristiani e Ebrei. Altra iniziativa importante riguarda l’Iran e il
nucleare pacifico. Ci lavoriamo da tempo. La nostra Associazione
continua ad avere una particolare attenzione per l’America Latina e
per i problemi che la agitano. Attualmente, con l’Ambasciata del
Venezuela, stiamo riflettendo sul socialismo del XXI secolo che il
presidente Hugo Chávez intende sviluppare. Noi seminiamo, agganciamo
contatti, e attendiamo che il Signore li faccia fruttare>>.
L’associazione “I Missionari della Carità politica”, è una cosa
molto seria. Ha già ottenuto l’approvazione della Santa Sede. <<Ho
fondato questa Associazione nel 1976 e si chiamava, allora, “Azione
Cristiana Sociale Europea”>>, dice il professor Luciani. <<Era un
movimento che aveva come fine la formazione dei cittadini più
impegnati nelle attività sociali e politiche. Lungo il corso degli
anni, di fronte alle sfide lanciate dai nuovi scenari della vita
sociopolitica, ho voluto focalizzare l’attività della organizzazione
sulla “carità politica”, e nel 1993 è iniziato il nuovo corso
dall’Associazione. L’anno successivo abbiamo ottenuto il
riconoscimento canonico dal Vescovo di Rieti; e il 27 settembre
1996, quello del Pontificio Consiglio per i Laici che ci dichiarava
“Associazione internazionale di fedeli di diritto pontificio”. In
Italia, con decreto ministeriale del 27 luglio 2000, la nostra
associazione è stata eretta in ente morale>>.
Quali sono le caratteristiche di questa sua
Associazione?>>.
<<E’ un’associazione laica, in perfetta sintonia con la Chiesa
Cattolica e con i principi dell’insegnamento cristiano>>, dice il
professor Luciani. << Sono convinto che “fare politica” sia un’alta
espressione di altruismo e di amore per i propri simili. Quindi, una
vera “missione”. Ma ho anche constatato che questo ideale non si
realizza quasi mai. Basta guardarsi intorno, leggere i giornali per
capire che, anche ai nostri giorni, la politica è in crisi in tutti
gli Stati del mondo. E’ inquinata, inquieta, egoista, disorientata.
E la conseguenza di questa situazione è dolorosa per la gente. Mi
sono sempre chiesto se sia possibile cambiare le cose. Interrogativo
che si pongono tutti i commentatori e gli analisti. Ognuno propone
ricette, cambiamento delle regole, delle leggi elettorali, questione
etica, largo ai giovani, ma con risultati finora nulli. Studiando e
ristudiando la storia dei movimenti politici, le ideologie, i
governi, le cause delle crisi, dei fallimenti mi sono convinto che
solo un grande ideale spirituale potrebbe cambiare le cose, e cioè
la “carità”: quell’amore che deriva dalla consapevolezza che le
persone sono valori assoluti, che l’umanità è una grande famiglia e
che coloro che sono chiamati a governarla devono sentirsi dei “veri
padri” di questa famiglia>>.
<<Come è strutturata la sua associazione?>>
<<E’ retta da un organo centrale costituito dal
presidente e dal Consiglio di presidenza, eletti dai membri
effettivi. I membri effettivi sono fedeli laici di qualsiasi stato
di vita, che hanno risposto a una vocazione interiore per impegnarsi
a servire gli altri nelle diverse articolazioni e istituzioni della
comunità civile, sia nei posti di gestione del potere sia nelle
strutture di base.
<<L’Associazione non ha iscritti. Non è un
movimento, un partito. Per realizzare un ideale del genere, occorre
un impegno assoluto. E quindi, le persone che si impegnano non
possono essere solo degli aderenti, dei tesserati, ma devono essere
dei “consacrati” all’ideale, persone che scelgono di dedicare la
vita attraverso una promessa solenne fatta davanti a Dio. Ecco
perché gli aderenti sono dei “Missionari”. E, data la delicatezza e
l’importanza della natura della loro missione, devono essere persone
con una straordinaria preparazione. In genere sono professionisti
con un paio di lauree, che svolgono un lungo tirocinio pratico e due
anni di noviziato prima di pronunciare la loro adesione solenne
nelle mani del nostro assistente spirituale che è monsignor Giuseppe
Molinari, arcivescovo de L’Aquila>>.
<<Quali obiettivi pratici vi proponete di
raggiungere?>>
<<Promuovere la giustizia e l’amore all’interno
di ciascuna nazione e nei rapporti delle nazioni tra loro.
<<Divulgare il più possibile la coscienza della fraternità e
universalità della famiglia umana.
<<Stimolare tra le diverse religioni un dialogo delle opere tra cui
si devono evidenziare l'educazione alla pace, la solidarietà verso
il mondo della sofferenza, la promozione della giustizia sociale e
dello sviluppo integrale dei popoli.
<<Contribuire, alla luce della dottrina sociale della Chiesa, a
rendere la politica un laboratorio trasparente di idee, di proposte,
di progetti e di realizzazioni conformi alla dignità e ai diritti
fondamentali della persona>>.
<<Obiettivi straordinari: e come li
realizzate?>>
<<Io ho pensato che per far conoscere le nostre
idee sulla politica, bisogna mirare al cuore della politica stessa.
Quindi, ai governi, ai governanti, ai dirigenti delle nazioni. Sono
convinto che tutti gli uomini, in fondo al loro cuore, non sono
cattivi. Siamo tutti figli di Dio e nessuno può sradicare dal
proprio essere questo legame con il Padre. Neppure i politici. Ma
gli egoismi, la corruzione, le rivalità, la sete di potere elevano
barriere, confini, inquinano le relazioni umane, fanno crescere i
pregiudizi, fomentano odi, risentimenti, vendette e guerre. Per
evitare tutto questo occorre dialogo, conoscenza, scambio di vedute,
discussioni pacifiche. Soprattutto nelle classi dirigenti perché le
loro convinzioni si riflettono poi automaticamente sulle masse. Mi
sono guardato intorno ed ho individuato un canale di comunicazione
che mi sembra straordinario: gli Ambasciatori dei vari Stati del
mondo presso la Santa Sede.
<<In
genere, gli Ambasciatori presso la Santa Sede sono persone che hanno
alle spalle una notevole esperienza, essendo già stati Ambasciatori
in altre Nazioni. Lo Stato del Vaticano non fa politica ma promuove
valori universali, umani e spirituali. E’ la suprema autorità
spirituale del mondo. Quindi, gli Stati inviano come loro
rappresentanti presso la Santa Sede persone particolarmente
sensibili ai valori universali e ho pensato che potevano essere gli
interlocutori ideali per il mio progetto. Attraverso loro avrei
potuto venire a contatto con i politici degli Stati che
rappresentano e far conoscere anche a loro le mie idee.
<<Ho cominciato a frequentare gli Ambasciatori,
a conoscerli, scoprendo persone stupende. Ricche di valori
sorprendenti. Felici del mandato ricevuto. E felici di trovare,
nella nostra Associazione, un luogo dove incontrare i colleghi,
conversare, scambiare idee. Ho cominciato a organizzare conferenze
saltuarie e alla fine del 1996 è nata una consuetudine che è
diventata ormai solida: gli “Incontri del mercoledì di Carità
Politica” che consentono agli ambasciatori di approfondire temi che
fanno parte dell’insegnamento della Chiesa cattolica.
<<Questi ambasciatori sono gli alleati più
straordinari che avrei potuto sognare. Come ambasciatori, non
agiscono mai di propria iniziativa. Quando io chiedo a qualcuno di
venire a tenere una conferenza nella nostra sede, mi risponde che ha
bisogno di tempo per decidere. In realtà, dove parlare con il
proprio governo, riferire il tema della conferenza, redigere il
testo e farlo approvare. In questo modo, ciò che poi l’ambasciatore
dirà nella sua conferenza rispecchia in pieno il pensiero dello
Stato che rappresenta. Gli altri ambasciatori, che partecipano alle
conferenze, vengono così a conoscere il pensiero di quel governo su
quello specifico argomento, e i loro interventi, nella discussione
che segue, rispecchiano le direttive del proprio governo. Nasce così
un dialogo, indiretto e a distanza, fra i vari Stati, dialogo che è
una “osmosi” di idee. E questo va avanti da 14 anni. Io poi ho
sempre pubblicato gli atti degli incontri e degli interventi,
inviandoli a tutti gli ambasciatori e ai loro rispettivi governi.
Insomma, attraverso piccoli incontri a Roma, si diffondono idee e
progetti presso i governi del mondo. Ritengo sia una strada giusta,
e l’ho percorsa>>.
Con quali risultati concreti?
<<Prima di tutto, risultati tra gli stessi
Ambasciatori. Sono molto interessati ai valori che la nostra
Associazione si prefigge di divulgare. Qui da noi si incontrano e
fanno amicizia anche ambasciatori di Stati che tra di loro non hanno
alcuna relazione, anzi sono nemici, sono in guerra. E queste
conoscenze sono preziosissime.
<<Gli ambasciatori, a loro volta, portano le
conoscenze, le impressioni, le convinzioni che hanno maturato da noi
ai loro governi. Le idee circolano, si annidano nei cuori,
fermentano. Noi siamo dei seminatori, dei preparatori di dialoghi.
Altri sono destinati a mietere, a concludere, a realizzare. E
questo, fortunatamente è già avvenuto in diverse occasioni. A Cuba,
per esempio>>.