Monsignor Paolo Angelino, presidente dalla OFTAL, era presente tra
la folla a Lourdes il 15 agosto, quando si è verificato
"l’allarme-bombe", e ci ha dato questa commovente testimonianza
“HO VISTO IL MIRACOLO D’AMORE”
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di Renzo Allegri
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L'articolo di Renzo Allegri uscito
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Il 15 agosto, solennità dell’Assunzione in
cielo della Madonna, c’era una gran folla al Santuario di Lourdes.
In quel giorno, ogni anno, è in programma il pellegrinaggio
nazionale francese, e i cattolici di Francia sono molto sensibili a
quell’ appuntamento mariano. Erano perciò accorsi con generosa
partecipazione. Ma, in quella stessa data, si realizzano anche altri
pellegrinaggi non francesi, come per esempio quello della OFTAL,
Associazione Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes, gloriosa
associazione italiana di volontariato. Complessivamente si calcola
che nel Santuario mariano di Lourdes ci fosse quel giorno non meno
di 30 mila persone. E, come è noto, subito dopo mezzogiorno si
verificò l’allarme bombe, per fortuna risultato poi falso.
La cronaca ci ha fatto conoscere la
notizia, che è stata rapidamente diffusa in tutto il mondo. Diffusa, in
tempo quasi reale, grazie alle emittenti televisive, radiofoniche e
ai siti Internet (il
nostro in primis, che era collegato
in diretta con il Santuario). In questo modo, milioni e milioni di persone
sparsi per il globo hanno seguito lo svolgersi della vicenda, ognuno
con i sentimenti suggeriti dalla propria mentalità e dalla qualità
del proprio rapporto personale nei confronti della Religione: chi,
quindi, con indifferenza, chi con apprensione, chi con
preoccupazione e chi anche con dolore e rabbia. Un dato oggettivo è
certo: milioni e milioni di persone in quel pomeriggio hanno rivolto
la loro attenzione a quel Santuario e alle persone che in quel
santuario erano in pericolo.
Come si è poi saputo, verso le ore 12 al
Commissariato di Polizia di Lourdes è arrivata una telefonata che
annunciava un attentato: alle ore 15 sarebbero esplose quattro bombe
che erano state piazzate nei locali del Santuario. La telefonata era
anonima e proveniva, come ha potuto subito stabilire la polizia, da
una cabina telefonica pubblica. << Era la voce di un uomo, voce
molto determinata>>, ha precisato il prefetto della regione Alti-Pirenei,
Renè Bidal. <<dovevamo prendere in considerazione la
minaccia>>.
Sono
perciò scattate subito le misure di sicurezza. Sono stati chiusi
tutti gli accessi al Santuario ed è iniziata l’evacuazione delle
persone che erano già all’interno dei vari locali che fanno parte
del Santuario e che sono diversi: basilica dell’Immacolata
concezione, basilica del Rosario, basilica sotterranea di San Pio X,
servizi amministrativi, l’Hospitalité Notre-Dame di Lourdes, la
grotta e le piscine eccetera. Con un elicottero sono arrivati gli
artificieri specializzati nella ricerca di ordigni esplosivi e abili
a disinnescarli. Operazioni delicate, che devono essere svolte con
la massima precisione e rapidità, in modo da arrivare alla fatidica
ora dell’ultimatum in perfetta sicurezza.
E’ facile che in situazioni del genere si creino nervosismo,
confusione, paura, con conseguenze a volte anche drammatiche. Invece
a Lourdes, quel pomeriggio, non è accaduto niente di tutto questo.
Polizia e artificieri francesi hanno agito con straordinaria
professionalità. Gli artificieri erano coadiuvati da magnifici cani
specializzati nel fiutare la presenza di materiale esplosivo. Uomini
a cani si muovevano con destrezza, con velocità ma senza quell’agitazione
che avrebbe potuto trasmettere alla folla il panico.
Straordinario il comportamento dei pellegrini,
in gran parte sani ma molti dei quali anche ammalati. In situazioni
del genere, la paura, l’ansia, sono naturali, immediate, difficili
da controllare. Si verificano fughe frettolose, durante le quali
emergono egoismi istintivi atavici, molto forti. Niente di tutto
questo si è verificato a Lourdes. Nei pellegrini ha prevalso quel
sentimento di altruismo e di speranza nell’aiuto della Madonna che è
tipico delle persone devote.
<<Tutto si è svolto nella massima tranquillità
e calma>>, ci ha raccontato monsignor Paolo Angelino, presidente
generale dalla OFTAL. Egli era presente nel Santuario alla guida di
un pellegrinaggio italiano, organizzato dalla sua Associazione e
composto da 700 persone delle quali 200 ammalate. Ha vissuto quindi
la vicenda di persona, testimone diretto e oculare, e ci ha dato
questa straordinaria testimonianza.
<<In casi del genere, sono inevitabili disagi e
confusione. Anche paura e preoccupazione, soprattutto all’inizio. Ma
a Lourdes ho visto con stupore un comportamento da parte della gente
che mi ha commosso. Le persone sane si preoccupavano di dare spazio
in modo che potessero allontanarsi prima quelle ammalate, quelle che
erano in carrozzella. E poi si è verificata una cosa veramente
sorprendente. Quando la gente ha saputo il “perché” si era resa
necessaria quell’evacuazione, ha saputo cioè della presenza di
quattro bombe nel Santuario, invece di spaventarsi e di scappare il
più lontano possibile, si è fermata al di là della cancellata che fa
da recinzione ed è rimasta lì, imperterrita, quasi a voler
proteggere con la sua presenza quel luogo di preghiera. Molti, in
ginocchio, molti con le lacrime agli occhi, ansiosi, preoccupati, ma
non per la propria incolumità, bensì per quella del Santuario.
<<Per
tutti i devoti, soprattutto per gli ammalati, Lourdes è la casa
della Madonna. Non vanno a Lourdes con il miraggio della guarigione
prodigiosa. Lo sanno che i miracoli fisici sono molto rari, ma sanno
bene che la Madonna è una mamma amorosissima, che non abbandona mai
i suoi figli, e a Lourdes, nella sua casa, essi trovano
consolazione, forza, speranza, amore per la vita e imparano il senso
profondo e prezioso della sofferenza sopportata nello spirito di
Cristo crocifisso. Si realizza così il “vero” miracolo, quello
spirituale, che è continuo, quotidiano: il miracolo che dona a
queste persone un grande ideale: aggiungere le proprie sofferenze a
quelle di Gesù in croce e collaborare alla salvezza eterna
dell’umanità. Sono moltissimi gli ammalati che hanno nel loro cuore
questo grande ideale e diventano “veri, grandi apostoli”.
<<Era proprio meraviglioso vedere quella gente,
gli ammalati e i devoti, che invece di scappare di fronte alla
minaccia delle bombe, si stringevano intorno al perimetro del
Santuario quasi a voler condividere con esso il pericolo in corso.
Era commovente sentire i loro canti, le loro preghiere, osservare la
commozione nei loro occhi.
<<Poi, altro fatto straordinario: dopo le 15,
quando le ricerche degli artificieri erano ancora in corso e il
pericolo permaneva, il vescovo di Lourdes, monsignor
Jacques Perrier
che era tra la folla al di fuori della cancellata, ha voluto dare un
forte segno di amore per il santuario di cui è responsabile. Con due
sacerdoti è entrato nel santuario, si è fermato davanti alla grotta
dove nel 1858 avvennero le apparizioni, ed ha iniziato la recita del
rosario. Lui al microfono, e tutta la folla, assiepata fuori, che
rispondeva. Una scena meravigliosa, una preghiera corale stupenda
<<Alle 16,30 gli artificieri hanno dichiarato
che non c’era più pericolo. Gli accessi sono stati di nuovo aperti e
nel Santuario è ripresa la
normale attività.
<<Si era trattato di un falso allarme. Forse il
gesto di un maniaco o forse di chi voleva solo “rovinare” quella
festa grandissima che ricorda uno stupefacente fatto storico:
l’ascensione al cielo di Maria in anima e corpo. Una persona umana,
in tutto simile a noi, è già in Paradiso anche con il suo corpo, cha
ha preso la dimensione gloriosa come quello del suo figlio Gesù, ed
è pegno della nostra futura risurrezione che Gesù ci ha guadagnato
con la sua morte in croce. Qualcuno voleva forse distrarre i devoti,
impedire che meditassero su queste grandi verità, ma non ci è
riuscito. Anzi, le minacce di un attentato sono diventate occasione
di una grande testimonianza di amore>>.
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