9 maggio: festa degli “Stati Uniti” del vecchio continente.

MA L’EUROPA SI DIMENTICA

DI CELEBRARLA

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DI Renzo Allegri

“Nove maggio, festa dell’Europa”: questo era scritto su molti programmi di manifestazioni che, quel giorno, dovevano celebrare i 59 anni da quando l’idea dell’Unione aveva cominciato a prendere vita. Ma il 9 maggio è passato e nessuno se ne è accorto. Nessun cenno sui giornali, ai telegiornali e nei giornali radio. Come se la festa non fosse mai esistita.

Forse, altri fatti di attualità hanno oscurato la memoria. Il  viaggio del Papa in Israele, la Festa della Polizia di Stato, le preoccupazioni economiche, le polemiche sull’Italia multietnica, la partenza del Giro d’Italia. Peccato.

Quel giorno era una bella giornata,  con temperature primaverili. Una leggera brezza accarezzava le chiome tenere degli alberi e le bandiere. Ecco: l’unico segno a ricordare la festa europea, le bandiere esposte sugli edifici pubblici a norma del Regolamento del D.P.R 7 aprile 2000 n. 121. E in particolare proprio quella dell’Unione Europea. Quella bandiera “strana”. Bellissima, ma “strana”, per via delle sue 12 stelle dorate, in cerchio, su uno sfondo blu, come il più noto e antico simbolo mariano.

E’ una vecchia storia. Raccontata altre volte, ma sempre incredibile che si riallaccia alle polemiche sulle radici cristiane del vecchio continente.

E’ noto che i moderni eurocrati si sono battuti allo spasimo per non inserire nella Carta Costituzionale dell’Europa Unita l’accenno alle sue origini cristiane. Per ragioni varie, anche molti cittadini hanno condiviso quella decisione, e tra essi non pochi che si dichiarano cristiani. Mentre invece la Chiesa, attraverso le sue guide, Papi e vescovi, si è battuta perché quell’accenno fosse inserito.

Comunque, riconoscimento di radici cristiane o meno, nessuno può negare che la parte migliore di tutti gli Stati che si sono aggregati nell’Unione, affonda le radici nella dottrina cristiana. Uguaglianza, fratellanza, diritti umani, democrazia, libertà, dignità della persona sono valori che provengono dalla “rivoluzione” portata da Gesù. Prima non esistevano.

L’Europa è disseminata di monumenti, sorti lungo il corso dei secoli, che esaltano  i  valori cristiani. Gli ospedali, le istituzioni di aiuto agli ammalati, ai poveri, ai vagabondi, ai senza tetto, ai moribondi, ai malati permanenti, agli ultimi della società  sono frutto di singole persone che hanno attinto ispirazione per il loro agire dal  Vangelo. E similmente le scuole, le istituzioni educative, gli orfanotrofi, gli Istituti per studenti poveri, per ragazze madri; anche le Università, le grandi realizzazioni artistiche, le cattedrali, con i loro capolavori di pittura, scultura, architettura provengono da uomini che nella fede cristiana trovavano ispirazione e guida. E la stessa letteratura, la filosofia, la sociologia sono impregnate di valori cristiani. Il filosofo Gianni Vattimo, che ritiene giusto il non aver citato le radici cristiane nella  Carta costituzionale europea,  ha però affermato:

<<La modernità europea è figlia della tradizione cristiana. Lo stesso Voltaire, per rifarci all'illuminismo, era certo più cristiano dei gesuiti e di Pio IX, quando predicava la fratellanza. L’Europa è il prodotto della tradizione classica, intensamente mediata da quella religiosa cristiana>>. Negarlo,  sarebbe proprio come negare l’evidenza più clamorosa. Per questo, molti parlamentari cristiani hanno sostenuto la giusta opportunità di inserire l’accenno delle radici cristiane dell’Europa, nella sua Costituzione. Lo ha fatto con grande insistenza Giovanni Paolo II. E anche Papa Benedetto XVI, che recentemente, in un discorso, si è posto questo amaro interrogativo:«Com’è possibile escludere un elemento essenziale dell’identità europea qual è il Cristianesimo, in cui una vasta maggioranza continua a identificarsi?…Questa singolare forma di apostasia da se stessa prima ancora che da Dio, non la induce forse a dubitare della sua stessa identità?».

L’idea di fare l’Europa Unita si è concretizzata dopo la Seconda Guerra Mondiale per opera soprattutto di tre grandi uomini politici: Robert Schuman, francese, Alcide De Grasperi, italiano, e Konrad Adenauer, tedesco. Tutti e tre sono ricordati con il titolo di “padri dell’Europa”. E tutti e tre erano cristiani, anzi cattolici. Credenti e praticanti, al punto che di due, Schuman e De Gasperi, è in corso il processo di beatificazione e del terzo c’è richiesta che si faccia. Nessuno dei tre avrebbe mai neppure pensato di rifiutare l’accenno alla redici cristiane dell’Europa nella Costituzione.

Quando si trattò di scegliere l’inno per l’Unione degli Stati Europei, tutti optarono per l’Inno alla gioia, il quarto movimento di uno dei più grandi capolavori musicali, la Nona Sinfonia di Beethoven. E Beethoven fu un grande uomo di fede, un cattolico credente come poche. Quella sua musica sublime veste una ode di Schiller, che il musicista amava tanto soprattutto per il contenuto di quel’’amore universale, di quella fratellanza che deriva dal Padre che sta oltre le stelle. “Diesen Kuß der ganzen Welt!//Brüder, über'm Sternenzelt//Muß ein lieber Vater wohnen (Un bacio al mondo intero!//Fratelli, nel più alto dei cieli//un Padre amoroso deve abitare).

Un nuovo stato, una Unione di Stati ha bisogno anche di un simbolo, una bandiera. Nel giugno del 1950 venne bandito un concorso per un bozzetto per la Bandiera dell’Europa Unita. E a questo punto nacque la “storia strana”, il “caso curioso”, e anche un poco sconcertante alla luce di quello che poi sarebbe accaduto.

Il 9 maggio 1950, a Strasburgo venne costituito il Consiglio d’Europa con l’incarico di porre le basi di una futura Unione. Sempre nel 1950, il Consiglio bandì un concorso per  realizzare la bandiera. Arrivarono 101 bozzetti, che furono a lungo esaminati e alla fine venne scelto quello di un grafico alsaziano, Arsène  Heitz e fu realizzato.

Nel 1955 la nuova bandiera era pronta e venne diffusa in centinaia di migliaia di esemplari. Ma subito scoppiò lo scandalo. La bandiera era un perfetto simbolo mariano. E’ costituita, infatti, da 12 stelle poste in cerchio su sfondo azzurro. San Giovanni nell’Apocalisse,  al capitolo  12,  riferendosi alla Madonna, scrisse: “Apparve un segno grande nel cielo: una donna vestita di sole e sul suo capo una corona di dodici stelle”. E quella corona di dodici stelle divenne il simbolo della Vergine Maria. Simbolo che si vede in moltissime immagini realizzate lungo il corso dei secoli.

Fu lo stesso Arsène Heitz a rivelare che per il bozzetto della bandiera europea si era ispirato al simbolo mariano delle dodici stelle. Raccontò che, quando seppe del concorso, stava leggendo la storia della “Medaglia miracolosa”. La “medaglia miracolosa” è un oggetto di devozione che risale al  1800. Una religiosa, Suor Caterina Labouré, oggi santa, viveva in un convento a Parigi e aveva delle visioni della Madonna. Un giorno, il 27 novembre 1830, la Vergine le chiese di far coniare una medaglia  promettendo grazie a chi l’avrebbe tenuta con devozione, e fece vedere il bozzetto, come lei voleva la medaglia.

La realizzazione fu piuttosto elaborata perché nessuno credeva alle parole della suorina, ma nel 1839, la medaglia era pronta e si cominciò a farla conoscere. Alla morte della suora, nel 1876, ne erano stati diffusi più di un miliardo di  esemplari. Tra i credenti, è ancora un oggetto di grande devozione, ed ha fama di aiutare anche in modo prodigioso chi la porta con  fede, per questo,  viene chiamata la “Medaglia miracolosa”.

Leggendo la storia di quella medaglia, il grafico Arsène  Heitz, cattolico e devoto della Madonna, rimase molto colpito. Si procurò una di quelle medaglie e vide che da una parte è raffigurata la Vergine e  sull’altra un cerchio di dodici stelle, il simbolo mariano che si richiama alla donna dell’Apocalisse. Subito, come egli stesso raccontò,  pensò di preparare un bozzetto per la bandiera europea con quel  simbolo mariano: le 12 stelle in cerchio, come una corona, su sfondo azzurro, il colore del cielo, in modo che la Madonna potesse proteggere gli abitanti del nuovo grande Stato nascente.

Il bozzetto di Arsène  Heitz vinse il concorso e con esso venne fatta la Banidera dell’Europa Unita. Quindi, quell’Europa, che non volle poi riconoscere le proprie radici cristiane, ha nella bandiera il più antico simbolo mariano. Non solo, in seguito fu stabilito che anche tutte le targhe automobilistiche europee portassero quel simbolo. E così, le dodici stelle in cerchio, simbolo della donna dell’Apocalisse, presenti sulla “Medaglia miracolosa”, sono, oggi, sulle targhe di tutte le automobili dell’Europa Unita, sulle bandiere che sventolano su tutti gli edifici pubblici dei vari Stati Europei. E c’è un altro particolare emblematico: la bandiera venne ufficialmente adottata dell’Europa Unita  nel 1955, il giorno 8 di dicembre, festa dell’Immacolata Concezione, la più grande festa mariana cattolica.

Il 9 maggio scorso, pochi europei si sono ricordati di festeggiare i 59 anni della nascita degli Stati Uniti del vecchio continente. Solo le bandiere “europee” lo hanno fatto,  facendo splendere su tutti gli edifici pubblici dell’Unione il simbolo mariano da cui derivano. Anche se a molti darà fastidio, si può dire che la Madonna non ha dimenticato l’Europa.