Il libro di Renzo Allegri “Maria Callas Lettere d’amore” onorato
dalla televisione nazionale giapponese con un documentario di
110 minuti
LA CALLAS NEL CUORE DEI GIAPPONESI
DI
Tony Assante - Foto Editoriale Gli Olmi
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L’ultimo libro di Renzo Allegri dal titolo “Maria Callas Lettere
d’amore” pubblicato da Mondadori, ha ispirato uno straordinario
documentario di 110 minuti alla NHK la televisione nazionale
giapponese.
<<In Giappone ho diversi miei libri tradotti”, dice Allegri <<Tre
riguardano Maria Callas ed hanno avuto tutti e tre un grande
successo, perché il popolo giapponese ama molto la lirica ed è
entusiasta dell’arte di Maria Callas. Per questo, quando è uscito
quest’ultimo mio libro, i dirigenti della televisione, anche se non
lo avevano ancora letto, se ne sono interessati subito ed hanno
organizzato il documentario>>
Giornalista, scrittore e critico musicale, Renzo Allegri ha
pubblicato una cinquantina di libri, alcuni dedicati alla musica
classica. E’ anche un affezionato collaboratore del nostro periodico
on line “Il Faustino” fin dal primo numero.
<<Il mio libro sulla Callas è uscito in Italia ad aprile e a maggio
è arrivata dal Giappone una troupe televisiva di cinque persone>>,
racconta lo scrittore. <<Hanno lavorato con me per due giorni e poi
sono andati a fare delle riprese e delle interviste a Milano, a
Verona, a Sirmione, a Roma, i luoghi callasiani italiani. Il
documentario, in alta definizione, è veramente venuto molto bene>>.
Come mai hai scritto quattro libri sulla Callas?
<<Nel 1980, mi sono trovato ad avere per le mani un materiale
straordinario ed esclusivo sulla cantante e, a poco a poco, secondo
il tempo che la mia professione di giornalista mi permetteva, l’ho
pubblicato in vari libri. Il primo risale al 1981, il secondo al
1991, il terzo nel 1997 e il quarto all’aprile scorso>>.
Dove hai trovato tutto questo materiale inedito che ti ha permesso
di scrivere quattro libri?
<<Mi è stato consegnato da Giovanni Battista Meneghini, che fu
marito e manager della grande cantante. Come racconto ampiamente nel
mio ultimo libro, nel 1980 scrissi la vita di Maria Callas
raccontata da suo marito. La scrissi per il settimanale “Gente” di
Edilio Rusconi, dove lavoravo come inviato speciale. Ventisei
puntate, il che significa sei mesi di presenza continua tutte le
settimane con un lungo articolo sull’argomento. Il successo fu
grandissimo e alla fine l’editore volle che si facesse il libro.
Meneghini aveva un materiale immenso riguardante la Callas. Aveva
conservato tutto, lettere, documenti, contratti, recensioni degli
spettacoli, fotografie e volle affidarmi tutto quel materiale con la
raccomandazione di difendere sempre la “vera storia “ della
cantante. Soprattutto la storia del periodo che va dal 1947 al 1959,
cioè quello che lui aveva vissuto accanto alla Callas. Durante la
pubblicazione delle 26 puntate su “Gente”, Meneghini volle che il
copyright del materiale usato, in genere riservato all’autore e
all’editore, fosse invece riservato a me. Volle che sotto ogni
articolo ci fosse la dicitura “World Copyright G. B. Meneghini e R.
Allegri”, esprimendo in quel modo la volontà che, dopo la sua
scomparsa, fossi io il responsabile del contenuto di quei documenti.
E come era nei patti, ho continuato a servirmi di quei documenti
tracciando un profilo della cantante molto diverso da quello in
genere divulgato da tante altre pubblicazioni. I miei libri
illustrano il “periodo italiano” della Callas, che va appunto dal
1947 al 1959, periodo che coincide con il matrimonio della cantante
con Meneghini e con gli anni d’oro della sua carriera artistica.
Quasi tutte le altre pubblicazioni, e anche i film, i documentari
tendono invece a “cancellare” o “minimizzare” quel periodo, e a
volte addirittura a “ridicolizzarlo” per enfatizzare invece il
periodo successivo, quello della Callas con Onassis, indicato come
il periodo del grande amore, della felicità, del sogno della
cantante>>.
<<E
non è forse vero?>>
<<Io sostengo che l’unico periodo felice, sereno, gioioso e
artisticamente grande della vita della Callas fu quello italiano. E
lo dimostrano le sue confessioni, nelle lunghe lettere che scrisse.
Che poi, ad un certo momento, quel periodo si sia chiuso e se ne sia
aperto un altro, fa parte delle vicende della vita. Ma non ci sono
documenti scritti della Callas che esaltino quel secondo periodo,
come quelli che riguardano il primo. Pur tenendo un atteggiamento
critico e distaccato, io ho sempre illustrato il primo periodo nei
miei libri, affermando che il secondo, quello legato ad Onassis, fu
infelice per la Callas e la rovina della sua vita artistica. Ma dal
momento che vedo come, nelle varie pubblicazioni, si continua a
ignorare il periodo italiano, ho voluto scrivere questo ultimo libro
pubblicando tutti i documenti a riguardo, cioè tutte le lettere
della Callas a Meneghini nel periodo 1947-1959>>.
<<I Giapponesi hanno sposato la tua tesi?>>
<<Solo in parte. Sono venuti da me con questa intenzione, dicendo
che volevano fare un documentario proprio sul periodo da me
descritto nel libro. Per questo sono stati a casa mia per due
giorni, a intervistarmi e a fotografare tutti i documenti che avevo
e che ho volentieri messo a loro disposizione. Ma al momento del
montaggio del documentario non hanno avuto il coraggio di lasciare
in disparte Onassis. Il mito della passione travolgente tra la più
grande artista e il più ricco petroliere infiamma le fantasie del
popolino, e fa cassetta. Tutti gli storici sanno bene che Onassis
“usò” la fama della Callas per i propri interessi economici, infatti
non la sposò mai, e le rovinò la carriera. Grazie a Onassis, a soli
40 anni La Callas cantante era finita. Ma i libri e i documentari
spesso si fanno per venderli non per raccontare storie vere>>.
<<Vorresti dire quindi che tu sei diverso dagli altri?>>.
<<Non intendo propormi ad esempio. Potrei essere anche peggio degli
altri. Ma il libro parla da solo. E’ un libro più di Maria Callas
che mio. Chi legge, riceve informazioni non da me, ma dalla stessa
Callas. Il libro è infatti costituito, per la gran parte, dalle
lettere scritte dalla stessa Callas. Lettere d’amore, scritte al
marito. Tante lettere, una settantina, oltre a una trentina di
bigliettini. Lettere stupende, a volte lunghissime, che commuovono,
coinvolgono, fanno anche sorridere perchè, la Callas, soprattutto
all’inizio, non era ancora la grande cantante, la celebre diva, la
“Divina”, come veniva chiamata, ma semplicemente una ragazza di
ventiquattro anni, umile, a volte triste, un po’ spaesata, assetata
di affetto
<<A leggerle adesso, quelle lunghe lettere risultano
preziosissime per la conoscenza della personalità della cantante.
Mettono in evidenza straordinari particolari del suo carattere,
della sua sensibilità, del suo modo di pensare e di valutare
l’esistenza.
Sono lettere di una sincerità disarmante.
Di una
passionalità
commovente.
La donna e l’artista si palesano con una spontaneità incantevole.
Nelle frasi, nell’impeto affettivo, nelle amarezze, nelle
valutazioni artistiche, nelle critiche focose, nella malinconia
delle sofferenze, si trovano quelle venature di tristezza, sommessa
e rassegnata, che si avvertono sempre nel suo canto e gli danno
quella interiorità umanissima che affascina. Sta qui l’importanza di
questo mio libro: nelle lettere della Callas.
Per questo si intitola
“Maria Callas, lettere d’amore”>>.
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