X° RADUNO
Penso a domenica e spesso ho ancora gli occhi lucidi, lucidi di emozione, commozione, gioia, sogni e speranze, quelle che solo tu riesci a regalarci ogni volta e ogni volta sempre di più, riuscendo a far scalpitare i nostri cuori di un battito comune, di un canto comune filtrato attraverso le emozioni diverse di ognuno di noi, ma accomunate tutte da un comune sentire, quello verso di te che ci fa sentire sempre meno tamburi lontani. Se "Cercando" si chiudeva con Fianco a fianco, questo Raduno non poteva non chiudersi con Tienimi con te e penso con intensa emozione quando a squarcia gola interpretavamo ognuno a modo nostro i versi cantati, urlati, parlandoti ti canteremmo tutti insieme forse questo verso: "[...] tienimi con te in un pomeriggio quando piove giù un litigio ed un giorno sembra eterno e tienimi con te se è già quasi sera e inverno tra le righe di un quaderno e un inchiostro grigio... [...] e noi siamo solo istanti almeno per un secondo un pò meno distanti... e urlarti e dedicarti sempre più forte [...] fino alla fine fino a che si può e fino al confine fino all'ultimo fino alla fine del tempo fino a che ce n'è ancora un pò e fino alla fine di tutto fino allora tu tienimi e TIENICI CON TE" Sto cercando di far parlare il mio cuore, le forti emozioni con cui dopo tanti concerti, ho vissuto questo mio primo Raduno e viene a mente quella sempre struggente Tutto in un abbraccio e come mi ci vedo quando tutti cantiamo "non so dire no uno straccio in più di parola, una sola no sulle labbra dure di ghiaccio, morire un pò, come avessi un laccio sulla gola, ma tanto poi, tutto il resto è TUTTO IN UN ABBRACCIO TRA DI NOI" E' difficile riuscire a dar scansione di tutte le emozioni vissute proprio perchè profonde, per quanto mi riguarda forse i momenti più intensi in cui i miei occhi erano lucidi è stato nell'abbraccio forte, intenso, affettuoso di chi avevo accanto su Acqua nell'acqua, un abbraccio che quasi sembrava volesse scandire il moto infinito delle tue note e delle nostre emozioni "corpo e anima, acqua nell'acqua, vene e lacrime, acqua nell'acqua, il mio grido nel tuo grido è ancora un brivido che c'è che piega e piaga la mia schiena che rovescia un fiume in piena..." E cosa dire dell'emozione e commozione dilagante che ha pervaso tutti noi con l'ultima volta di Patapàn di cui non riesco a trovare un verso che possa spiccare su tutti quando a bassa voce cercavamo di accompagnarti con le nostre voci, i nostri cuori, le nostre lucine: "ma dimmi dove è che stiamo andando e questa vita dove mai ci sta portando, non era questo il mondo che volevamo e non è il cielo che sognavamo, non è quel tempo, è adesso in cui dobbiamo stare e lo stesso andare e andiamo avanti..." La memoria, il ricordo, il pensiero sono sempre lì a Viterbo, quasi per immortalare, rendere eterno tutto ciò che ho provato e se il sogno continua è grazie a te che lo rendi ogni giorno nuovo, "non smettere di trasmettere". Un grazie di cuore alla gente matta scatenata come me che con me ha vissuto questo sogno nella mia stessa fila: Cecilia, Davide,Susanna (e marito), Serena e chi avrei voluto vicino, ma purtroppo non è stato possibile: Elena, Letizia e Serena, Benedetta, Claudia&Company e il mitico gruppaccio in macchina con cui ho fatto il viaggio da Firenze fino a Viterbo capitanato da Laura... Un Grazie Infinito con tutto il mio cuore a tutti, Alessandro. |